Era dai tempi del tour con Paul Rodgers che aspettavo un’occasione per rivedere live i Queen: non ero rimasto deluso allora e non lo sono stato questa volta, anche se pur di sentirli dal parterre ho dovuto sconfinare a Monaco di Baviera, vista la velocità con cui i biglietti per la data milanese sono stati polverizzati.
Niente nuovo album da supportare stavolta (anche se da pochi mesi sono usciti un live e una raccolta), ma una voce da presentare al pubblico a interpretare le hit del passato: Adam Lambert è stato una vera sorpresa. Complice una voce paurosa e molto versatile, Adam ha strappato applausi a tutti i fan, risultando convincente sui grandi classici. Certo, Lambert deve convincere nella sua teatralità, nella sua ostentazione e nella capacità di tenere un palco tanto impegnativo, dominato dalla grande Q sulla quale venivano proiettate immagini e contributi che hanno anche riproposto il volto e la voce di Freddie Mercury con spezzoni di repertorio.
I due vecchietti coi capelli bianchi (Brian May e Roger Taylor) che portano ancora oggi in giro un brand pesante come un macigno (prendendosi un grosso rischio visto il fantasma sempre presente di Freddie), convincono anche questa volta, grazie a un carisma e a un tocco unico. Il resto è stato affidato ad una scaletta ben costruita sui brani storici e qualche scelta azzeccata per i fans di vecchia data, cullati per due ore e mezza da rullate di batteria e assoli di Red Special. Immancabili brani come Radio Ga Ga, I Want It All, A Kind Of Magic, Under Pressure, We Are The Champions; oltre a questi, sorprendente la presenza di Stone Cold Crazy e di In The Laps Of The Gods. Fidatevi: questo è un tour da non lasciarsi scappare. Con buona pace dei detrattori.