Tra gli appuntamenti di questa edizione di MITO. Il concerto di Rafael Anton Irisarri era un must per gli amanti delle sonorità a cavallo tra il classicismo e il post. Nonostante il nome tradisca origini basche, Rafael viene è americano. Viene da Seattle, e qui gestisce un paio di etichette specializzate in elettronica, tra ambient e tech-house.
Ma non solo. Il ragazzo ha anche sonorizzato installazioni e mostre. In questo caso l’aggettivo “artista” è sicuramente ben speso.
Finora a suo nome sono usciti tre dischi. Quindi grande curiosità all’Out Off per la sua performance offerta da una manifestazione già di per sé sontuosa come contenuti musicali trans-generi..
Il timido Irisarri ha proposto un live abbastanza statico intessuto di drones estratti dalla sua chitarra su cui ha adagiato note di piano o xilofono ed effetti vari. A tratti morbido, a tratti colmo di riverberi, ma con praticamente niente ritmiche.
Si è rivelato quindi un galleggiamento fluido di riverberi lenti, i cui intrecci ricordano molto da vicino le lande fotografate musicalmente dai Labradford.
Quindi struggimenti profondi che in questo caso sono stati più o meno emozionanti, e spleen evocativi.
Di certo il suo classicismo sintetico non è mai sgradevole, ma questi intrecci armonici li avrei visti meglio valorizzati e meglio resi proponendoli accostati a video o installazioni.
Luca Freddi