Atto I Scena I – La presentazione di un disco, soprattutto se il primo, segna il punto zero, la data di nascita, la genesi di una band.
Al di là della preparazione del gruppo in sé però, è necessario che il momento sia quello giusto, che il posto sia quello giusto, che la serata sia quella giusta, persino il vestito della barista deve essere quello giusto. Ogni cosa al suo posto, come alla “Prima”.
I Rhyme, sono al lavoro dagli inizi di giugno per la creazione del loro primo disco, un disco che arriva dopo numerose peripezie interne che hanno visto l’avvicendarsi di numerosi cantanti e batteristi nella line up, che finalmente pare essere quella definitiva. La band si presenta pronta all’esordio forte di un prodotto ben costruito e che vede la collaborazione di numerosi professionisti.
Il momento cruciale però rimane sempre il live, in quanto vero banco di prova a maggior ragione in questi periodi dove la macchina discografica pare essere addirittura in grado di sopperire alle mancanze degli artisti.
E dunque vediamoli e sentiamoli questi Rhyme al lavoro, in ufficio.
La location scelta per l’esibizione ricade sull’ Honky Tonky di Seregno, live club che negli ultimi tempi ha ospitato diverse band e gruppi di notevole rilievo e che si sta velocemente affermando come uno dei migliori live club della zona nord milanese.
In apertura il video promozionale di Step Aside, singolo scelto per il lancio discografico, per l’appunto “al lavoro, in ufficio”. Poi si parte.
Band compatta fin dalle primissime battute, si apre con il singolo di debutto e il pezzo dilania subito il numeroso pubblico che è accorso alla chiamata dei Rhyme.
Da subito stupisce l’impatto sonoro della band che, nonostante si proponga nella ormai consolidata formazione di 4 elementi, sembra invece che sia formata da un ben più articolato numero di musicisti.
Il suono è tutto lì, Guido Montanarini, batterista in testa con un destro degno di Iron Mike, Riccardo Canato al basso segue fedelmente la cassa, e il groove c’è tutto, il muro di suono è stabile, solido appoggio per Matteo Magni che imperversa con riffs e soli il cui pregio non è tanto nella difficoltà o nel virtuosismo, ormai alla portata di tutti, quanto nella melodicità e nella gustosità della scelta cromatica, alfiere del bel suono stacca lame di calligrafia acustica.
Punta di diamante, Gabriele Gozzi, vocalist dalla spiccata presenza scenica, che si impone come il vero mattatore della serata, caldo e scaldante soprattutto, non perde un istante per ricordare al pubblico chi comanda, incita, richiama i pigri e si concede smorfie sessuali.
Special guest della serata tre singer che appartengono ad altrettante band importanti della scena e che si legano ai nomi di Matt Massa (Mellowtoy), Freddie (Rising Wind) e Marco Sivo (Planethard).
Se il buon giorno si vede dal mattino, siamo in piena estate, e domani sarà il giorno più lungo e solare dell’anno.
Setlist: Intro 16.16.16., Step aside, TV liars, Emotions, Keep on foolin’ (w/Marco Sivo – Planethard), The pleasure game, Hiding from the dark, Under torture, Lovers (w/Freddie – Rising wind), Wrong, Rise again (w/ Matt Massa – Mellowtoy), Feed my anger, Your scars.
Francesco Casati