Se Ringo Starr avesse avuto il grande talento degli altri tre colleghi nei Beatles, molto probabilmente non sarebbe mai nata questa All Starr Band, una sorta di gruppo di amici con il piccolo dettaglio che al suo interno vi sono autentici professionisti della musica internazionale. Basti pensare che, questa volta, in lineup ci sono colossi del calibro di Steve Lukather (Toto), Colin Hay (Men at Work), Gregg Rolie (Santana, Journey), Graham Gouldman (10cc), Gregg Bissonette (Joe Satriani, Toto, Duran Duran) e Warren Ham. Come si può notare, non le ultime scelte in fatto di turnisti.
Sin dai primi momenti di uno dei concerti di spicco nel cartellone dell’edizione 2018 del Marostica Summer Festival si respira un’aria di sano divertimento tra i sette musicisti sul palco: nessuna primadonna, nemmeno lo stesso Starr, nessun concerto nostalgia dei Beatles, ognuno dei componenti avrà spazio per il suo talento e per i brani che lo hanno reso famoso a livello internazionale. Tanti sorrisi, e Bissonette ne dispenserà un secondo sì e l’altro pure, tanta complicità, tant(issim)o talento: così si può riassumere il concerto di ieri sera.
Il concerto inizia puntualmente alle 21.30 e durerà poco più di 90 minuti, unico neo di un’esibizione altrimenti inattaccabile. Una ventina di pezzi che esplora le carriere dei professionisti protagonisti sul palco. Nel corso della serata si alterneranno brani di Beatles (sia originali che cover), 10cc, Santana, Men At Work, Toto e della Plastic Ono Band, con una “Give peace a chance” messa in chiusura a sorpresa, agganciata alla conclusiva “With a Little Help From My Friends” che ha radunato, per l’unico momento di tutto il concerto, il pubblico in piedi nelle prime file per dare il meritato tributo a Ringo Starr.
La scelta dei pezzi è eccellente e non ce n’è uno che non sia noto ai presenti. Impossibile rimanere indifferenti, ad esempio, alle riedizioni dei pezzi dei Beatles, con tanto di siparietto durante la famosissima “Yellow submarine” (“Se non conoscete questo pezzo siete nel posto sbagliato e state aspettando i Led Zeppelin”, con accenno di “Stairway to heaven” da parte di Steve Lukather), ma anche ai numerosi estratti del repertorio di Santana, capaci di far muovere il pubblico anche da seduti. Chiaroscuro sui brani dei Toto: una “Hold the line” resta uno dei pezzi più iconici di sempre, ma “Rosanna” ne è uscita con le ossa rotte, se non fosse per i soli di sax, hammond e chitarra improvvisati nella coda del pezzo. Ma ciò che emerge principalmente è la classe cristallina che Colin Hay e Graham Gouldman vantano ancora oggi: proprio i pezzi dei 10cc e dei Men at work (memorabile il solo di “Who can it be now) risultano alla fine quelli più riusciti dell’intero show.
Ma chiudiamo parlando della stella della serata, quel Ringo Starr che ha il pregio di aver radunato attorno a sé una squadra praticamente perfetta. 78 anni e non sentirli: il musicista di Liverpool vanta una forma fisica strepitosa per l’età e, soprattutto, una sana voglia di divertirsi e far divertire il pubblico presente. Il motto “Peace and love is the only way”, vecchio di cinquant’anni, può sembrare anacronistico ma risuona attuale anche nel 2018, un grido di pace che anche il suo collega Glenn Hughes ha più volte fatto non più tardi di qualche giorno fa a Pordenone. Autoironico, autentico showman (sarebbe stato bello vederlo protagonista di un one man show sulla BBC) e tutto fuorché una primadonna: più volte si metterà dietro la batteria per dare spazio ai colleghi, arrivando al punto di “sparire” per un paio di pezzi dal palco nella parte centrale del concerto.
Ringo Starr and His All Starr Band è un format divertentissimo. Non è il concerto che resterà impresso nella memoria dei presenti, se non fosse per il fatto che “Ho visto un Beatles dal vivo”, ma di sicuro ha fatto passare una serata di sana spensieratezza ai presenti. E certe volte, per far riuscire un concerto, basta proprio questo.
Nicola Lucchetta – foto a cura di Giuseppe Craca
Ringo Starr, la scaletta del concerto di Marostica (VI)
Matchbox (Carl Perkins)
It Don’t Come Easy
Dreadlock Holiday (10cc)
Evil Ways (Willie Bobo/Santana)
Rosanna (Toto)
Down Under (Men at Work)
Boys (The Shirelles)
Don’t Pass Me By (Beatles)
Yellow Submarine (Beatles)
I’m Not in Love (10cc)
Black Magic Woman/Gypsy Queen (Santana)
You’re Sixteen (Johnny Burnette)
Who Can It Be Now (Men at work)
The Things We Do for Love (10cc)
Oye como va (Tito Puente)
I Wanna Be Your Man (The Beatles)
Hold the Line (Toto)
Photograph
Act Naturally (Buck Owens)
With a Little Help From My Friends
Give peace a chance (Plastic Ono Band)