Ringo Starr, Roma Auditorium 4 luglio 2011

ringo starr roma 2011

L’ultima volta che suonò a Roma, Ringo Starr faceva ancora parte dei Fab Four. Basterebbe questo a spiegare i biglietti polverizzati in poche ore dall’annuncio della data all’Auditorium Cavea, ma probabilmente solo in parte. Sì perché, quando parliamo di un Beatle, non importano mai i numeri, le cifre da almanacchi della musica o le statistiche: l’unica cosa che conta è il fatto stesso di aver suonato nel più importante complesso della musica popolare di sempre. Se Ringo venisse ogni anno nel nostro paese, ogni volta si muoverebbero le masse. Detto ciò, anche i muri sanno che il buon Richard Starkey non fosse il musicista più dotato della band e, a detta di Lennon, nemmeno il migliore dei batteristi dei Beatles (leggere alla voce Paul McCartney), ma se ogni membro della band lo riteneva l’unico membro insostituibile, allora qualche pregio doveva pure averlo.
Quando il gruppo si sciolse, Ringo fu l’unico a rimanere in ottimi rapporti con ognuno di loro, tanto da suonare ancora con tutti durante gli anni dei dischi solisti. La sua stessa carriera solista è costellata di pezzi scritti apposta per lui dagli ex compagni e persino l’ultimo “Y Not”, presentato nel corso di questo tour, vede la presenza di Paul McCartney in “Walk With You”.
Il Ringo che infiamma la platea di un Auditorium pieno fino a scoppiare dimostra molto meno dei suoi settantuno anni, tanto che dietro alle pelli per alcuni istanti pare lo stesso della metà degli anni sessanta. Di certo l’ironia e la voglia di scherzare col proprio pubblico sembrano non essere mutate, tanto che a tratti è difficile distinguere il serio dal faceto, il ci fa dal ci è, per dirla in altre parole. Che l’ex Fab Four ci faccia è fuori discussione, anche perché le band che negli anni si è portato con sé parlano da sole.

ringo starr tour 2011

L’esecuzione dei brani della band di Liverpool sono accolte da boati pazzeschi, tanto che spesso la nostalgia tende a prendere il sopravvento, facendoti pensare che un tour come “Ringo e Paul Sing The Beatles” sarebbe davvero la fine del mondo. Subito dopo, però, ti rendi conto di quanto sia impossibile rivedere i due sullo stesso palco, se non altro per la differente concezione di musica e live show che divide i due ex compagni (riuscite ad immaginare Macca chiedere al pubblico di pronunciare il proprio nome come fa Ringo per due ore di show?). Lo spettacolo si fa godere, anche se a dirla tutta ci sarebbe piaciuto sentire più pezzi di Ringo che dei progetti paralleli ai musicisti della band. Questa scelta, però, evidenzia gli aspetti che forse hanno fatto amare di più il musicista nel corso della propria carriera: l’altruismo e la capacità di mettersi in disparte pur essendo la star della serata. Tra i momenti più emozionanti della serata, l’omaggio finale di “Give Peace A Chance” per l’amico John, ma da fan dei Beatles, aver cantato con lui “With A Little Help From My Friends” non può avere termini di paragone.

Luca Garrò

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