Robert Plant con la band “Strange Sensation” si è esibito all’Ippodromo delle Capannelle di Roma nell’ambito della rassegna RomaRock.
Come è facile immaginare gran parte del pubblico indossava magliette dei Led Zeppelin e molti, in questa serata, avranno sognato di poter vedere nel corso del 2008 l’annunciata (ma poi semi-smentita da Plant stesso) reunion di Plant, Page, Jones e Jason Bonham, figlio di John, batterista scomparso nel 1980.
Ad aprire le danze c’ha pensato un gruppo di musicisti africani molto trascinante, quindi il palco per Plant viene preparato e ‘decorato’ con lanterne e scenografie dal sapore mediorientale.
Plant è sicuramente un grandissimo artista ma ha ovviamente cercato di compiacere la sua gente scegliendo di proporre una scaletta che accontentasse un po’ tutti: tra i vari brani della carriera solista, tra i quali ha spiccato la travolgente “Tin Pan Valley” d’apertura, il buon Plant ha infilato ben otto classici che hanno riportato i presenti all’Era D’oro della Musica, nello specifico: “Friends”, “Gallows Pole”, “Black Dog”, “Four Sticks” , “Going To California”, “Ramble On”, Babe, I’m Gonna Leave You” e la mitica “Whole Lotta Love” di chiusura durante la quale si è scatenato un vero delirio!
Robert ha incantato con la sua voce (considerando l’età è davvero al top!) e con il suo tipico modo di muoversi sul palco. Ci ha dato esattamente ciò che volevamo! Altre canzoni degne di menzione sono state un brano di Elvis, “Tall Call One”, e “7 and 7 Is” dei Love.
P.B.