La cornice di Piazza Napoleone nel centro della splendida Lucca, ci regala l’ultimo passaggio in terra italiana di uno dei più grandi artisti viventi nonché mente assoluta dei Pink Floyd, Roger Waters. Per la prima volta nella sua carriera l’artista propone in sede live “The Dark Side Of The Moon” per intero, condito da alcuni pezzi tratti dalla carriera solista e chiaramente dagli altri album dei Pink Floyd. L’attesa è sfiancante, è dal 2002 che aspetto di rivederlo e le date di Roma e Verona, tutte sold out, sono state accolte dall’euforia generale e parlano di un Waters in forma smagliante, ancora meglio che nel precedente tour “In the Flesh”. Effettivamente le aspettative saranno poi ampiamente ripagate. Ritengo Roger Waters essere uno di quegli artisti assolutamente magnetici, dai quali, almeno io, durante il concerto difficilmente riesco a staccare lo sguardo. Questo forse per via di quel fondo di tristezza di cui è intriso il suo sguardo o per l’efficacia dei suoi testi, quasi sempre autobiografici, che mettono in luce quella sorta di pazzia che l’ha legato costantemente a Syd Barrett, scomparso da pochi giorni, col quale aveva dato inizio all’avventura dei Pink Floyd e dai quali era stato costretto ad allontanarlo prematuramente. L’alienante “In The Flash” apre lo show e la pelle d’oca permane sulla successiva “Mother”, sempre da “The Wall” (gli amanti del disco non avranno di che lamentarsi a fine concerto…). “Shine On You Crazy Diamond”, pezzo scritto come omaggio a Barrett nel ’75, stasera ha un sapore ancora più triste e viene suonato con alle spalle svariate immagini del fondatore dei Pink Floyd; è però solo prima di “Wish You Were Here” che Waters omaggia commosso il proprio amico, dedicandogli l’intera serata, senza retorica, né frasi stucchevoli di circostanza. La cosa che più colpisce di questo tour è l’utilizzo notevole di fuochi sul palco, mezzo inusuale per l’artista inglese, che oltre che sull’ opener, utilizza enormi fiammate sulla strepitosa esecuzione di “Sheep”, uno dei momenti più alti della serata, preceduta dall’unico inedito regalatoci da Roger, intitolato “Leaving Beirut”. Dopo una pausa di venti minuti, ha inizio ciò che tutti aspettiamo, l’esuzione completa di “The Dark Side Of The Moon.”; tornando sul palco però Roger ha una sorpresa per tutti noi di nome Nick Mason. Il pubblico è in visibilio: Lucca ha la possibilità come solo poche altre città del mondo di vedere riuniti due dei quattro componenti dei Pink Floyd. Ora si può anche morire. L’album scorre via che è un piacere, il pubblico assiste ammutolito, quasi come non ci credesse; colui che deve eseguire le parti di Gilmour, si dimostra all’altezza e non cerca di strafare come il suo predecessore (giustamente rimpiazzato!). Alla fine chi non aveva ancora capito perché si tratta di uno degli album più venduti della storia della musica, non ha più argomenti da spendere. A concludere uno dei concerti più belli degli ultimi anni, una lunga suite da “The Wall” che mi riempie gli occhi di lacrime e che si conclude, al solito, con “Comfortably Numb” cantata da un’intera città sotto una splendida luna. We cried for the moon…
Setlist: In The Flesh, Mother, Set The Controls For the Heart Of The Sun, Shine On You Crazy Diamond, Have A Cigar, Wish You Were Here, Southampton Dock, The Fletcher Memorial Home, Perfect Sense 1 & 2, Leaving Beirut, Sheep. The Dark Side of the Moon. The Happiest Days Of Our Lives, Another Brick In The Wall (pt 2), Vera, Bring the Boys back Home, Comfortably Numb.
L.G.