Viso struccato, abitino verde pisello e converse ai piedi: cosi si presenta al Luminal Sara Bareilles, ventinovenne californiana in cima alle classifiche statunitensi con il singolo “Love song” tratto dall’album “Little Voice”, in uscita in Italia il 9 maggio.
C’è già chi la paragona a mostri sacri come Norah Jones, Fiona Apple o Alicia Keys ma Sara sembra non badarci e non perdere la sua semplicità: un timido sorriso sulle labbra, qualche frase in italiano (ha studiato a Bologna, spiega) e parte con il primo pezzo, “Bottle it up”, accompagnata da chitarra, jumbo e il suo amato pianoforte, sempre presente nel suo repertorio.
La sua voce è dirompente,da vera piano girl, melodiosa, avvolge la sala, inutile dire che ascoltarla dal vivo renda mille volte di più che su cd.
Dopo due o tre track di “Little voice” si lancia in una cover di “Oh!darling” dei Beatles, una chicca che anima il pubblico, e che viene seguita da “Love Song”, la hit più famosa dell’album ma anche forse quella che esalta meno le potenzialità vocali di Sara.
A chiudere l'esibizione “Gravity”, dal suo precedente album “Careful Confessions”, vera perla della serata: solo la sua voce, il piano e niente di più.
Chissà se questo le basterà per entrare nell’olimpo delle star.
Grazie a Valentina Lonati