Un’ora di concerto per 30 euro di biglietto, non male.
Non faccio appunti particolari sulla setlist, si sapeva che Sergio avrebbe proposto tutto il primo disco solista (bastava dare un’occhiata alle date precedenti fatte in giro per l’Europa) senza concessione a chi si aspettava qualcosina dei System Of A Down, la durata è stata comunque troppo scarsa.
Problema relativo visto che il sold-out fatto registrare da mesi fa capire che tira di più fare l’antiamericanista spinto e l’umanista convinto piuttosto che puntare sul sudore che si dovrebbe perdere on-stage per ricompensare chi ti supporta, anziché prenderlo per il culo suonando un’oretta.
Ben inteso ci siam divertiti, i pezzi son stati proposti con buona perizia esecutiva, la voce di Tankian è stata degna e lui comunque è un simpaticone. Però è tutto finito troppo presto, lasciando con l’amaro in bocca chi non va ai concerti solo per dire “oh minchia c’ero”, oppure per chi non è ancorato a forme di venerazione che hanno perso senso e valore dagli anni ottanta a oggi; sottolineando ancora che uno show costa un occhio della testa e che è sempre e solo il palco che misura quanto vali, non i video impegnati o costosi, gli album iper-prodotti e le pompature delle major. Purtroppo i System dal vivo non hanno mai dimostrato una sega a esclusione dei primissimi tour di spalla agli Slayer ai tempi del favoloso album di debutto.
Delusione immane.
Setlist: Sounds Of War, Empty Walls, Feed Us, Lie Lie Lie, Saving Us, Baby, Sky Is Over, Praise The Lord, Money, Elect The Dead – Honking Antelope, Beethoven’s Cunt, The Unthinking Majority, Holiday In Cambodia (Dead Kennedy’s cover).
P.L.