Simple Minds, le foto e il report del concerto a Roma del 23 aprile 2017

Ieri sera all’Auditorium Conciliazione è andata in scena la terza data italiana del tour 2017 dei Simple Minds. Uno spettacolo pieno di sorprese quello del gruppo scozzese, che non si limita alla mera autocelebrazione, ma sembra studiato per ripagare a pieno l’enorme aspettativa dei tanti fan italiani. Di seguito, le foto e il report della serata di domenica 23 marzo.

Il report del concerto

L’Acoustic Tour dei Simple Minds ha fatto sudare l’Auditorium Conciliazione di Roma, a due passi da San Pietro in una delle zone più celebri della Capitale, la giungla a due passi dal Vaticano di cui cantava persino Jovanotti. La giungla però è ordinata, animata dai fan della band scozzese che sta promuovendo finalmente un progetto cui, ci ha svelato Jim Kerr durante il concerto, hanno lavorato quasi venti dei quarant’anni di carriera.

Ad accompagnarli in questo viaggio c’è anche la cantautrice scozzese KT Tunstall, giunta al suo quinto album (“e ancora viva” scherza lei durante il suo set di apertura del concerto), oltre ad una serie di amici virtuali che vengono omaggiati in scaletta: David Bowie, Prince, i Buffalo Springfield, Patti Smith e Bruce Springsteen. Nomi che a scorrerli sembrano non entrarci nulla con i suoni dei Simple Minds, ad esclusione dei primi due, e che invece si riveleranno ottimi complici di un concerto davvero ben riuscito.

Va dato atto alla band Jim Kerr di avere una genuinità e un’onestà intellettuale ben rara in tanti altri gruppi blasonati: i Simple Minds non hanno mai osato fare più di quanto sapessero. Forse avrebbero potuto avere molto più successo se avessero provato a scrivere tutte canzoni simili a “Don’t You Forget About Me”, che naturalmente non poteva mancare nemmeno nella scaletta del concerto romano, ma hanno scelto di non farlo. Hanno deciso con un’umiltà spesso rara, che non significa accontentarsi ma essere consci del proprio potenziale. Non è da tutti farlo ed essere credibili.

Il concerto riconferma questa impressione: anche in chiave acustica i loro brani più famosi sono comunque d’impatto (“Chelsea Girl”, dal primo disco della band, è uno di questi) e in alcuni momenti si sfiora la poesia e l’atmosfera. La band è guidata da una strepitosa Cherisse Osei alla batteria e percussioni e non si risparmia mai, inserendosi perfettamente nei bellissimi giochi di luce. Jim Kerr spariglia i piani, scende tra il pubblico, concede selfie e alza cinque con chiunque, fermandosi persino a metà platea per accennare qualche passo di goffa danza assieme ad una bambina in braccio al papà durante “New Gold Dream 81-82-83-84”. Questo suo essere così disponibile, scherzoso e ironico è la chiave di lettura dei Simple Minds: genuini, sinceri, mai sul piedistallo. Quasi dispiace doverli salutare con “Alive and Kicking”, che suona come una promessa. Magari fossero usciti anche altri così, indenni, dagli anni Ottanta.

Le foto del concerto

A cura di Giuseppe Maffia.