Ancora in attesa di spiegazioni convincenti da parte del Divino, gli Skiantos continuano (con estrema coerenza) a portare la loro ironia al vetriolo in giro per un paese, l’Italia, dove spesso ci si prende troppo sul serio. Freak Antoni e soci hanno invece capito da tempo che l’unico antidoto alla vita non può che essere il sarcasmo, spesso considerato dai detrattori come inutile non sense, che non solo ha fatto scuola (chi ha detto Elio?), ma che permette loro di trattare temi socio/politici in modo molto più “serio” di tanti pseudo intellettuali. Ascoltare pezzi come “Gelati”, “Sono Un Ribelle, Mamma” o “Eptadone”, vicini ad altri più recenti come “Testa Di Pazzo” o “Merda d’Artista” mette inoltre in luce l’attualità delle prime e la capacità di graffiare ancora delle seconde, a più di trent’anni dall’esordio. Il gruppo bolognese ha ottenuto molto meno di quello avrebbe meritato nel tempo, ma anche questo aspetto viene trattato da sempre con encomiabile autoironia durante gli spettacoli e le magliette indossate da Freak rappresentano uno spettacolo nello spettacolo. Sarebbe tuttavia ingiusto soffermarsi solo sulle splendide liriche di Antoni, visto che quella attuale è di certo la formazione più tecnica che si ricordi, grazie alla storica perizia di Dandy Bestia, ma anche ad una sezione ritmica che non perde un colpo. Insomma, se è vero che gli Skiantos sono l’unico gruppo nella storia partito dalle cantine e arrivato alle fogne, è anche auspicabile che il tempo dia loro ragione (come è giusto che sia).
Luca Garrò