Ok, ormai con Slash, o meglio con “Slash featuring Myles Kennedy & The Cospirators“, si va sul sicuro. Se si ha voglia di una bella botta hard & heavy, farcita di momenti amarcord con pezzi storici dei Guns N’ Roses, un live di questa squadra di fuoriclasse è scelta obbligata. Forse proprio perché sappiamo cosa aspettarci da un concerto della tuba più famosa del rock e soprattutto perché puntualmente ci viene servito ciò che è atteso, questo show al Postepay Milano Summer Festival di Assago del 24 giugno 2015 non aggiunge assolutamente nulla a quanto visto nel tour autunnale con le date di Torino e Firenze.
Siamo sempre lì: si gode sui pezzoni, si gode a sentire la voce dello zio Myles, si gode sugli assoli di Slash, ma ci si spacca anche un po’ le palle sull’assolo di Rocket Queen esteso come sempre a quindici minuti, durante i quali i bibitari diventano richiestissime superstar. Nulla di più però. Si sfiora il concerto istituzionale.
C’è da dire che è sulla lunga distanza che ci si rende conto che Myles Kennedy ha bisogno di una chitarra per essere il Dio che è. Negli Alter Bridge infatti è perfetto, è immenso e inappuntabile. In questa veste a braccia libere invece basta vederlo più di una volta per capire che non è sempre a proprio agio. Perché a fare il frontman puro un po’ perde la spinta; non ha la faccia da culo tipica del mestiere, lui è un musicista vero più che una star. In questo forse Todd Kerns, bassista e seconda voce della formazione, si comporta molto meglio perché ha dalla sua un discreto repertorio di moine, facce e gesti che calzano a pennello con il ruolo. Eppure basta quell’ugola d’oro a mettere tutti al proprio posto, compreso Kerns, che dopo essersi preso il palco con “Doctor Alibi” e aver reso giustizia a “Welcome to the Jungle” dei Guns lascia nuovamente il microfono a chi di dovere. E qui, su quella “Starlight” che non dovrebbe mai più essere esclusa dalla scaletta, Myles ricorda con la sua sola voce perché è già una fottuta leggenda.
Il nuovo (e cazzutissimo) disco continua a trascinare i live di questo tour, grazie alla title track “World On Fire”, che di fatto è ormai già un classico, ma anche grazie a pezzi come “Wicked Stone” e “Beneath The Savage Sun” che sono nate per essere suonate dal vivo. E i Conspirators in tutto questo spingono, eccome se spingono.
Nessun episodio fuori script dunque, se non una corda della chitarra di Slash che si rompe su “You Could Be Mine”. A fine serata sono sette i pezzi dei Guns suonati dalla band (con prevedibili schegge di delirio tra la platea), a cui si aggiunge la sempre stratosferica “Slither” dei Velvet Revolver. Fortunatamente il pubblico è sempre carico e caldo e, anche se senza particolari sorprese o picchi, la macchina messa in piedi dal riccioluto rocker funziona sempre alla grande. Del tipo che chiunque abbia assistito a questo concerto per la prima volta in questo momento sarà in giro con le corna ancora alzate.
Slash – La scaletta del 24 giugno 2015
You’re a Lie
Nightrain (Guns N’ Roses cover)
Avalon
Halo
Back from Cali
Wicked Stone
Mr. Brownstone (Guns N’ Roses cover)
You Could Be Mine (Guns N’ Roses cover)
Doctor Alibi (Todd Kerns alla voce)
Welcome to the Jungle (Guns N’ Roses cover) (Todd Kerns alla voce)
Starlight
Beneath the Savage Sun
The Dissident
Rocket Queen (Guns N’ Roses cover)
Bent to Fly
World on Fire
Anastasia
Sweet Child O’ Mine (Guns N’ Roses cover)
Slither (Velvet Revolver cover)
Encore:
Paradise City (Guns N’ Roses cover)