Mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa sul concerto degli Slipknot a Padova a caldo, ma non sarei stata sia fisicamente che emotivamente in grado.
Già quando si parla dei propri gruppi preferiti, il rischio di non essere oggettivi è fortissimo, meglio dormirci sopra. Il problema è che nonostante mi sia concessa il lusso di quasi sette ore di sonno, la lucidità non è tornata.
Ho visto la band di Des Moines altre due volte in passato, nel 2011 e nel 2015, quindi dovrei già essermi svezzata quanto basta, ma ieri sera è stata definitivamente la mia prima vera volta. Vuoi perché la dimensione più raccolta del Gran Teatro Geox si presta a una fruizione più intensa del concerto, vuoi la compagnia, vuoi perché ero presa bene, vuoi perché erano presi bene quei nove ragazzotti là sul palco.
L’ora è mezza circa che ci hanno regalato è valsa il viaggio e l’attesa (snervante) all’interno della venue, la cui fine è annunciata dalle note di “Ashes to Ashes” di David Bowie, omaggio tanto insolito quanto stranamente gradito al pubblico di giovanissimi. Corey Taylor ha ritrovato la voce persa a Milano lo scorso anno, gli altri seguono a ruota secondo un copione sì prestabilito, ma collaudatissimo, proponendo una scaletta da scompenso cardiaco incentrata su “Iowa”, che quest’anno compie quindici anni.
“Everything Ends” per me è stato il pugno in faccia definitivo al 2015 (con un paio di mesi di ritardo, ma meglio tardi che mai): pur sotto il palco mi sentivo sbraitare sopra il casino, avevo giusto un po’ di rabbia repressa da buttare fuori. Ed è uscita tutta. Non mancano le chicche, vedi quella “Metabolic” eseguita per la prima volta in Italia, e mi hanno spiazzato sia “Killpop” che “Dead Memories”, sulle quali non avrei puntato mezza lira per la resa live. Ma qui la componente emotiva ha giocato a favore.
Ok, sono vecchia, all’attacco di “Surfacing” mi stavo già mettendo il cappotto e “Spit it Out” l’ho ascoltata nel parcheggio, ma posso dire di aver dato tutto quello che dovevo dare. Torno a casa essendomi scaricata di dosso un bel peso, e con una serenità che solo la musica mi sa dare. Anche quella di un gruppo di mascherati che di tranquillo e pacifico ha ben poco.