Ai vicentini Dufresne il compito di aprire la serata, la band è nel pieno della promozione live del nuovo disco “Lovers”, uscito ormai più di sei mesi fa. Anche se la loro musica è molto radicata a quel filone posthardcore di stampo statunitense (che trova in band come Deftones e Underoath i punto di riferimento), che tanto è in voga oggi, la loro fortuna è quella di proporre testi in italiano ed inglese. Questa peculiarità li rende “diversi” dal marasma di band italiane, che fan di tutto per essere internazionali, ma che, a conti fatti, sono solo un’insieme di cloni del personaggio di Ferdinando Mericoni, protagonista del film “Un americano a Roma”. L’impressione è che la band guidata dal vocalist Nicola Cerantola migliori di concerto in concerto, soprattutto dal punto di vista di tenuta del palco. La scaletta è composta da pochi estratti dall’esordio “Atlantic” e da praticamente mezzo “Lovers”; tra i brani pescati, anche l’acclamato singolo “Alibi Party”. Si parla da tempo in maniera positiva dei Dufresne, aspettiamoci il salto di qualità da un giorno all’altro.
Gli Slowmotion Apocalypse sono e resteranno una sicurezza, anche se questo, per la band friulana, è un periodo di transizione: recentemente il chitarrista Ivan Odorico ha lasciato la band per divergenze stilistiche. Del suo sostituto, Manuel Giannella, possiamo dire che l’impressione è stata positiva, tenendo conto del fatto che questa di Conegliano è stata una delle sue prime uscite ufficiali con la band: non avrà il carisma del predecessore, ma le parti di chitarra sono proposte fedelmente. Sul resto della band niente da dire: la tanta esperienza acquisita con le decine di concerti in giro per l’Italia (e l’Europa, vedi tour con gli Mnemic lo scorso anno) è un vero valore aggiunto che consacra gli Slowmotion Apocalypse come uno dei migliori act italiani in assoluto nell’ambito metallico. Dispiace solamente per la scaletta: anche a causa della discografia ridotta, i brani proposti sono sempre quelli. Da panico, in ogni caso, due tra i tanti estratti del fortunato “Obsidian”: la stupenda “The blessing” e l’opener “More horror is to come”, che dal vivo guadagnano punti rispetto al disco.
L’unico neo della serata è la già citata affluenza misera. Certo, non ci si potevano aspettare grandi numeri, tenendo conto che gli Slowmotion Apocalypse han suonato molte date in zona negli ultimi 12 mesi e che i Dufresne faranno un concerto gratuito da headliner a Roncade (Treviso) ad inizio 2009, ma qualche spettatore in più era lecito attenderselo.
Nicola Lucchetta