Slowmotion Apocalypse + Dufresne – Zion Rock Club, Conegliano (TV) 5 dicembre 2008

 

Con la crisi economica, le prime vittime del panorama concertistico sono proprio queste serate che, pur presentando band valide, non sono particolarmente di richiamo. Poco più di cinquanta persone, membri delle band e dell’organizzazione esclusi, sono veramente poche, ma confermano un trend che ha colpito anche band internazionali affermate (vedi Soilwork alcuni giorni fa o il caso Hatesphere del settembre scorso).
Ai vicentini Dufresne il compito di aprire la serata, la band è nel pieno della promozione live del nuovo disco “Lovers”, uscito ormai più di sei mesi fa. Anche se la loro musica è molto radicata a quel filone posthardcore di stampo statunitense (che trova in band come Deftones e Underoath i punto di riferimento), che tanto è in voga oggi, la loro fortuna è quella di proporre testi in italiano ed inglese. Questa peculiarità li rende “diversi” dal marasma di band italiane, che fan di tutto per essere internazionali, ma che, a conti fatti, sono solo un’insieme di cloni del personaggio di Ferdinando Mericoni, protagonista del film “Un americano a Roma”. L’impressione è che la band guidata dal vocalist Nicola Cerantola migliori di concerto in concerto, soprattutto dal punto di vista di tenuta del palco. La scaletta è composta da pochi estratti dall’esordio “Atlantic” e da praticamente mezzo “Lovers”; tra i brani pescati, anche l’acclamato singolo “Alibi Party”. Si parla da tempo in maniera positiva dei Dufresne, aspettiamoci il salto di qualità da un giorno all’altro. 

Gli Slowmotion Apocalypse sono e resteranno una sicurezza, anche se questo, per la band friulana, è un periodo di transizione: recentemente il chitarrista Ivan Odorico ha lasciato la band per divergenze stilistiche. Del suo sostituto, Manuel Giannella, possiamo dire che l’impressione è stata positiva, tenendo conto del fatto che questa di Conegliano è stata una delle sue prime uscite ufficiali con la band: non avrà il carisma del predecessore, ma le parti di chitarra sono proposte fedelmente. Sul resto della band niente da dire: la tanta esperienza acquisita con le decine di concerti in giro per l’Italia (e l’Europa, vedi tour con gli Mnemic lo scorso anno) è un vero valore aggiunto che consacra gli Slowmotion Apocalypse come uno dei migliori act italiani in assoluto nell’ambito metallico. Dispiace solamente per la scaletta: anche a causa della discografia ridotta, i brani proposti sono sempre quelli. Da panico, in ogni caso, due tra i tanti estratti del fortunato “Obsidian”: la stupenda “The blessing” e l’opener “More horror is to come”, che dal vivo guadagnano punti rispetto al disco.

L’unico neo della serata è la già citata affluenza misera. Certo, non ci si potevano aspettare grandi numeri, tenendo conto che gli Slowmotion Apocalypse han suonato molte date in zona negli ultimi 12 mesi e che i Dufresne faranno un concerto gratuito da headliner a Roncade (Treviso) ad inizio 2009, ma qualche spettatore in più era lecito attenderselo.

Nicola Lucchetta

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