SOHN – Milano, 15 febbraio 2017

15 febbraio 2017 torna in Italia uno degli artisti più interessanti di quel genere ibrido che viaggia tra cantautorato, soul ed elettronica: SOHN. Il concerto a Milano, al Magnolia, è l’occasione per presentare il suo nuovo disco “Rennen” rilasciato a gennaio dopo 3 anni dal primo fortunato “Tremors”. Proprio in occasione del primo disco, l’artista inglese con base a Vienna, era già venuto in Italia e proprio a Milano, al Tunnel, avevo avuto il piacere di seguire la sua performance.
Cosa è cambiato quindi in questi anni?

Il nuovo disco esplora sentieri diversi, più intimi e cupi rispetto al precedente. Strizza l’occhio a James Blake. Guadagna in maturità ma perde in spontaneità. La fortuna del primo disco è stato proprio un approccio molto personale da parte di SOHN nei confronti di un genere già ampiamente percorso. Non è da tutti definire un proprio stile, immediatamente riconoscibile, a partire dal primo album e abbinarlo a canzoni in grado di diventare subito delle hit mondiali. Tutto questo nel secondo lavoro viene un po’ meno, con l’eccezione forse dei singoli usciti a cavallo tra fine 2016 e inizio 2017.

Anche nel look e nella presenza live SOHN si mostra cambiato. Abbandona il cappuccio nero da clubber per un cappello più elegante. Come ad accompagnare una nuova poetica, meno serrata, più intima. La produzione e la resa restano ottime, sottese da una qualità che non viene mai meno, dalla ricerche dei suoni e delle melodie, ad una voce potente e intima allo stesso tempo. L’inserimento di una batteria acustica nel live va di pari passo al processo di ibridazione che appare però non ancora completo.
Né di la né di qua. Si mischiano momenti in un fluire che non stona quasi mai ma che rende, anche live, evidente la differenza di “peso” tra i brani del primo disco  e di quello nuovo.

Messe da parte le analisi, doverose, e le critiche, a conti fatti il live è in grado di regalare un’ora e venti di magia ai presenti che abbandonano il locale tutti completamente soddisfatti. Lo spettacolo sta in piedi molto bene, le canzoni ci sono, SOHN non brilla in presenza scenica ma il suo personaggio è proprio quello. I musicisti, ottimi, sorreggono senza sbavature un complesso sistema che si alterna appunto tra loop, basi, pattern elettronici, batterie acustiche, piano e voce. Il tutto in un equilibrio mantenuto sempre di livello anche se, come detto, non ancora completo.

Siamo in un momento di transizione per un artista dalle qualità indiscutibili. Il recupero è doveroso se ancora non lo conoscete, e l’attesa di un compimento artistico lo è in egual misura, se già in questi anni ne avete saputo apprezzare le capacità.

La scaletta del concerto

  1. Tempest
  2. The Chase
  3. Proof
  4. Signal
  5. Bloodflows
  6. Dead Wrong
  7. The Wheel
  8. Artifice a
  9. Paralysed
  10. Harbour
  11. Falling
  12. Lessons
  13. Hard Liquor
    Encore:
  14. Rennen
  15. Tremors
  16. Conrad