Steve Winwood – Conservatorio G. Verdi, Milano 20 novembre 2008

 

In Italia per promuovere il suo ultimo lavoro “Nine Lives”, si è esibito nella sala da concerto Verdi al Conservatorio G. Verdi di Milano il geniale Steve Winwood, ex voce e tastierista degli Spencer Davis Group, che ha poi proseguito in altre formazioni celebri come Traffic e Blind Faith.
Nel rilassato e particolarmente piacevole contesto dei chiostri dell’istituto musicale il cantante è stato accompagnato da Jose Neto alla chitarra, Paul Booth al sax, Satin Singh alle percussioni e Richard Bailey alla batteria.

Su un palco privo di scenografia, lo spettacolo inizia con l’ingresso, uno alla volta, dei musicisti che prendono il proprio posto. L’ostinato di chitarra introduce la melodia di “Different Light” seguita da percussioni, batteria e sax a completare la base per l’entrata di Winwood che prenderà posto dietro il suo Hammond portando a termine la canzone attraverso l’inconfondibile voce calda e potente che lo ha sempre caratterizzato.
Parte, quindi, il giro (fatto con l’organo) di “I’m Man” che comincia a far ondeggiare le teste degli spettatori. La resa del brano senza il basso ed i cori sostituiti con il sax non rendono al massimo, ma la musica è talmente trascinante che non si riesce a non tenere il tempo battendo le mani. Il brano viene chiuso repentinamente attaccando il tempo caraibico di “Hungry Man” fatto con i timbales.
Il sassofonista seduto dietro l’Hammond e Winwood alla chitarra per un tuffo nel passato con la stupenda “Can’t Find My Way Home”dei Blind Faith, prima di ritornare nuovamente alla sua ultima produzione con il brano “Dirty City”.
Ancora un lento con la stupenda e delicata “Fly” prima di proseguire con una più vivace “At Times We Do Forget”, caratterizzata da un ottimo assolo di flauto e dagli intermezzi suggestivi di timbales e percussioni.
Il concerto riprende di intensità con oltre quindici minuti dove i musicisti si cimentano a turno negli assoli: comincia Winwood all’organo seguito dal sassofonista, chitarrista, percussionista (congas) e batteria.

La band si rilassa eseguendo un morbida “Low Spark Of High Heeled Boys” prima di riprendere a scaldare il pubblico con “Empty Pages” dei Traffic e  “Higher Love”.
Dal ritorno del bis, Winwood, imbraccia ancora la chitarra e, con l’ormai incontenibile pubblico che si è avvicinato al palco, comincia a suonare “Dear Mr. Fantasy”. Alla fine dell’esecuzione buona parte della platea è in piedi ad applaudire.
Winwood, visibilmente contento del gradimento riscosso, continua a ringraziare – quasi imbarazzato – mentre prende nuovamente posto dietro all’organo.
La chiusura del concerto, con l’intera platea oramai in piedi per ballare e cantare, viene affidata alla memorabile hit “Gimme Some Lovin”degli Spencer Davis Group.
Il conservatorio tributa a Winwood una standing ovation mentre il gruppo, al settimo cielo, fa l’inchino e ringrazia sino alla completa uscita dal palco.

Mattia Felletti

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