Il Teatro degli Orrori, band che fonde componenti (ed ex) di One Dimensional Man e Super Elastic Bubble Plastic, sono quel calcio in culo che la scena live italiana aspettava da anni. Con la serata allo Zion Rock Club, l’ennesima di un lunghissimo tour che sta portando la band in giro per l’Italia da un anno, questo trend si sta confermando senza se e senza ma, decretando questo gruppo band come la sorpresa degli ultimi cinque anni.
Aprono la serata i trevigiani Meian Project, gruppo “emergente” (parliamo pur sempre di un gruppo che è in giro da quattro anni) che propone un post rock strumentale ricco di tempi complessi e intricati, spesso azzeccati ma a volte molto forzati. Anche se relativamente poco conosciuti, la band riesce ad ottenere buoni consensi da un pubblico che, a metà del loro set, risulta già molto folto.
E’ il turno degli headliner: nel corso del 2007 la band per tre quarti veneta ha suonato in maniera continua e ovunque (escludendo una pausa di un mesetto nel periodo natalizio), facendo una promozione enorme per quel “L’impero delle tenebre” che, già dalla stampa specializzata, era stato (meritatamente) pompato. Anche qui a Conegliano Veneto, la band conferma tutte le opinioni positive raccolte nei mesi passati: uno show Rock, con una partecipazione sentita (frequentissimi i contatti con il pubblico) e teatrale del frontman Pierpaolo Capovilla, e con dei suoni grassi e unti, pressoché identici a quelli presenti sul cd. A condire il tutto, dei volumi clamorosamente esagerati che confermano l’attitudine “siamo qui e vogliamo spaccare” dei quattro.
La scaletta ripercorre tutto l’album di esordio, seguendone anche l’ordine in tracklist, escludendo alcune piccole variazioni: ad esempio, “La canzone di Tom” è messa nella parte finale del set, subito dopo “Carrarmato rock”, mentre “Lezione di musica” a fine concerto. Tutte le canzoni vengono proposte con perizia tecnica dai tre musicisti: dal suono di basso potente e distorto di Giulio Favero, arrivando alla chitarra di Gionata Mirai, che punta a proporre riff pesantissimi, e arrivando al drumming devastante proveniente dall’essenziale drumkit di Francesco Valente. Sugli scudi, il singer che, alla teatralità, aggiunge una capacità innata di improvvisare i testi, come è tradizione del cantautorato italiano. Lo stesso Capovilla è, però, il protagonista dell’unico fattaccio negativo della serata: infatti, verso la fine del set, il cantante veneziano, con un tasso alcolico ormai oltre il limite di guardia, si sbilancia e fa un volo dal palco a peso morto, cadendo al suolo in maniera violenta. Fortunatamente, quello che sembrava un qualcosa di grave, si è rivelato solamente un grande spavento, e il cantante, acclamato dai numerosi presenti, risale sul palco per cantare “Lezioni di musica”, anche se molto meno intarantolato del resto del concerto.
Servivano conferme da una band che ha sfornato, ormai un anno fa, un disco acclamato da tutti e che raccoglie consensi ovunque con i concerti di altissimo livello? I dubbiosi, come sempre, ci sono e ci saranno, speriamo che questo concerto, il primo di un’ultima tornata di live, che porterà il gruppo in giro fino a settembre, ne abbia convinti molti, perché di una band come il Teatro degli Orrori la scena italiana ne aveva solamente bisogno.
N.L.