Si potrebbe pensare che scegliere un concerto dei The Crimson Projeckt – come quello andato in scena al GruVillage di Grugliasco (Torino) il 14 luglio 2014 – sia un modo per ripiegare e accontentarsi, dal momento che ascoltare i King Crimson dal vivo non è più possibile. E nessuno potrebbe biasimare un qualunque estimatore del progressive rock se ingenuamente prendesse posto tra la pletea con questo spirito. Ci penseranno poi i sei musicisti a far capire che la benedizione di Robert Fripp è arrivata anche e soprattutto perchè il sestetto è in grado di portare sul palco lo spirito della leggendaria band britannica dando però nuova linfa ad un genere che è sempre più vicino all’oblio.
Sul palco l’alchimia tra le due formazioni è una meravigliosa scoperta, con il ritrovato assetto double-trio che catapulta i fan dei King Crimson al periodo ‘94-’97, anni di sperimentazione. Da un lato Tony Levin, Pat Mastellotto e Mark Reuter che danno vita alla band nota come Stick Men, mentra ad occupare l’altra regione di palco ci sono i membri del The Adrian Belew Power Trio con Andrian Belew (inaspettato eh?), Julie Slick e Tobias Ralph. I talentuosi artisti propongono sul palco in maggior percentuale il repertorio dei King Crimson dagli anni ‘80 in avanti, ma si prendono anche i loro rispettivi spazi per presentare al pubblico i pezzi propri, che si rivelano essere tutti validi. L’aspetto più affascinante del concerto è il modo in cui ci si rincorre nel gioco della rivalità, con continue finte sfide, soprattutto per quanto riguarda le percussioni. In realtà la sensazione è che gli artisti vogliano in qualche modo raggirare il pubblico facendogli credere di essere in competizione, fomentando quell’insana e primordiale fame di scontri, con vincitori e vinti. Solo che più ci si inoltra nella setlist, più ci si rende conto che non ci saranno vinti, ed è così che le intenzioni della band vengono a galla. Tutto il magnifico alternarsi e accompagnarsi sul palco fa parte di un grande disegno in cui ogni elemento si incastra perfettamente. Il pubblico risponde calorosamente sui grandi pezzi dei Crimson, come “Sleepless” o l’irresistibile “Indiscipline”, ma anche brani come l’ipnotica “Soup” degli Stick Men o “E” del Power Trio regalano momenti di grande coinvolgimento. Da segnalare la perfetta contrapposizione tra la pacatezza e l’introspezione di un personaggio enigmatico come Tony Levin, che parla anche un affascinante italiano che si inceppa sulla fondamentale parola “improvvisazione”, e la grinta e l’esuberanza di Andrian Belew, che si sbizzarrisce sia alla voce che sulle corde dello strumento. Entrambi unitisi ai King Crimson nel 1981, dimostrano di avere ancora la chimica necessaria a trasformare il loro immenso talento da musicisti in qualcosa di organico.
Concluse le due ore di show, accontentati i fan dei Crimson e stupiti gli ingenui di cui sopra, nessuno potrà più pensare ad un semplice ripiego. Questo The Crimson Projeckt è un must per chiunque abbia anche solo mai flirtato con il prog.
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