Dopo due clamorose date a Bologna e a Roma, The Cure arrivano a Milano, l’1 e il 2 novembre 2016. La scaletta è cambiata ogni sera: di seguito, oltre alle foto e al report, le setlist delle due date consecutive al Mediolanum Forum di Assago.
Il report del concerto
A cura di Daniele Corradi.
Nichilismo e disillusione, la sensibilità di vedere il muro della realtà tanto nitidamente da distinguerne chiaramente le crepe, le dissonanze, ma anche la parte grottesca e dolorosamente scanzonata dell’esistenza. Robert Smith ha creato non solo un universo musicale ma anche un campo di esistenza, di sentimento, di lettura emozionale della vita, una rischiosa corda sopra la quale milioni di fan ondeggiano in equilibrio precario, vivendo delle parole e delle emozioni che da quasi quaranta anni i Cure danno, con la loro continua sperimentazione tra rock e atmosfere dark votate alla ricerca della canzone pop perfetta.
Le tinte dark dipingono tutta una scena, quella della dark wave, che fa dello scuro il suo piano di battaglia, del nero il suo mood attitudinale. Finalmente al di fuori delle mode, finalmente libero dagli attriti del mainstream che distorce i sensi delle sue parole, Robert Smith può ora donare ai suoi fan setlist corpose e onnicomprensive, che offrono un sunto e una visuale quanto più accurata possibile della loro immensa storia discografica, di ondate umorali e stilistiche, di sentimenti a cuore aperto, sanguinante.
Il concerto inizia con i musicisti che prendono posto sul palco ed eccola, inconfondibile, la sagoma di Smith, i vestiti larghi scuri e sformati, la mole appesantita dal tempo, i capelli che sono come il suo animo, indomabili e disordinati. Vanno da tutte le parti e danno una sensazione di etereo ma trasandato. Il suono esce dalle casse ed è come spesso succede al Forum perfetto, potente. Si riesce a scorgere ogni strumento al meglio. Non ci sono spazi per errori e in tutta la serata non ce ne saranno. I Cure sono una macchina di musica ed emozioni rodatissima e perfetta, al cui centro pulsa l’anima di Robert Smith, fulcro nevralgico dello show. È su di lui che i tuoi occhi si posano e non si scollano più. ‘Open’ inizia e scalda, nel suo crescendo noise, Smith dice ‘Here I go Again!’, la sua voce è immutata nel tempo e da una certa distanza anche la sua figura è sempre la stessa, confortevole riflessione del disagio di chi vuole amare ma non ci riesce, di chi vuole vivere ma è troppo dura, troppo doloroso. Per fortuna per lui e per tutti i suoi fan più accaniti esiste la musica e al Forum ieri sera non c’era spazio per nessun tipo di tristezza. Il pubblico era in festa e cantava e saltava e ballava, esultava ad ogni cavallo di battaglia della discografia del gruppo inglese, e ce ne sono stati tanti.
Più di due ore e mezza di concerto, con alcune, brevi pause per tirare il fiato, le canzoni si sono succedute una dietro l’altra con pochi fronzoli e pochissime parole. Le persone sensibili come Smith usano lo strumento per comunicare e la musica li eleva a portatori di un messaggio ben più grande e duraturo dei convenevoli, e nessuno vuole rinunciare a nemmeno una nota dello show. Per cui si va avanti, con ‘High’, ‘A Night Like This’, mentre il pubblico è in estasi nel sentire le canzoni che hanno accompagnato le fasi della loro esistenza. In bella mostra le grandi hit ‘Lovesong’ e ‘Just Like Heaven’, si viaggia a vele spiegate fino al raccoglimento della bellissima ‘Trust’ e Smith ci racconta lo strazio di non riuscire ad esprimere un amore e ottenere la fiducia necessaria per non essere soli. Il momento è carico di pathos, il pubblico totalmente rapito da ogni emozione proveniente da quel palco, carico di luci. La scenografia è maestosa ma elementare al tempo stesso. Cinque pannelli che riflettono immagini evocative e le gesta del gruppo, grossi proiettori illuminano di fasci colorati i volti estasiati del Forum.
Con ‘End’ si chiude la prima parte di show. Ma nemmeno il tempo di asciugarsi lacrime (di gioia o per chissà quale ferita aperta stimolata dalle canzoni dei Cure) Smith ricalca il palco sorridente e ricomincia con la musica, in due mini trance in cui spiccano la bellissima ‘Burn’, su cui quasi sembra di vedere Brandon Lee balzare sopra i tetti della Città del Diavolo nel film di Alex Proyas ‘Il Corvo’ del 1994, e dell’amatissima ‘The Forest’. C’è spazio anche per ‘Lullaby’ e della super hit ‘Friday I’m In Love’, pezzo usato come inno di tutti i lavoratori che chiudono l’ufficio e si riversano nelle strade degli aperitivi alle porte del weekend. Dopo più di due ore e mezza il gruppo saluta inanellando un trittico di mostri sacri quali ‘Boys Don’t Cry’, ‘Close To Me’ e ‘Why Can’t I be You?’
È sempre stata prerogativa di Smith e del marchio Cure, nelle varie fasi artistiche della loro carriera iniziata nel lontano 1979, di incarnare la doppia faccia emozionale, un’oscurità opprimente di temi, di sensazione di nervi incarnati in profondità, ma unita a un’esperienza musicale piacevole e sensuale, liberatoria. Il Forum è stato un sunto di questa attitudine, mentre tutti i presenti ballavano e si dimenavano, esultavano e sorridevano, mentre quel nervo che accompagna ogni nostro patimento stava lì, in profondità, in agguato, pronto a denudarci di nuovo. L’importante è ballare per battere il diavolo, e i Cure ci aiuteranno sempre in questa impresa.
La scaletta del concerto a Milano
1 novembre:
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Open
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High
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A Night Like This
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The Walk
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Push
-
In Between Days
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Pictures of You
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This Twilight Garden
-
Lovesong
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Primary
-
Charlotte Sometimes
-
Just Like Heaven
-
Trust
-
Want
-
The Hungry Ghost
-
From the Edge of the Deep Green Sea
-
EndEncore:
-
It Can Never Be the Same
-
Shake Dog Shake
-
Burn
-
A Forest
Encore 2: -
Lullaby
-
Fascination Street
-
Never Enough
-
Wrong Number
Encore 3: -
Hot Hot Hot!!!
-
Friday I’m in Love
-
Doing the Unstuck
-
Boys Don’t Cry
- Close To Me
- Why Can’t I Be You?
2 novembre:
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Out of This World
-
Pictures of You
-
Closedown
-
Lullaby
-
The Perfect Girl
-
All I Want
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The Baby Screams
-
Push
-
In Between Days
-
Boys Don’t Cry
-
Kyoto Song
-
Lovesong
-
Just Like Heaven
-
The Last Day of Summer
-
From the Edge of the Deep Green Sea
-
Bloodflowers
Encore: -
Step Into the Light
-
Want
-
Never Enough
-
Burn
Encore 2: -
Three Imaginary Boys
-
Play for Today
-
A Forest
-
The Lovecats
-
Friday I’m in Love
-
Close to Me
-
Why Can’t I Be You?
Le foto del concerto
A cura di Mairo Cinquetti.