Archiviato anche il terzo appuntamento del Rock in Roma 2013. Ieri sera sul Red Stage dell’Ippodromo delle Capannelle erano di scena The Killers (leggi qui la scaletta) e, in apertura, gli Stereophonics. Riduttivo definire la band di Kelly Jones e soci come semplice gruppo spalla, sia per la lunga carriera sia perché, in un un’ora scarsa di esibizione, hanno confermato quell’idea di “Festival nel Festival” che gli organizzatori annunciavano nella recente presentazione della rassegna estiva capitolina. A fine serata, infatti, si aveva la piena sensazione di aver assistito allo show di due realtà di prima fascia e a circa tre ore di buona musica live.
Gli Stereophonics suonano i loro maggiori successi e danno prova di grande confidenza con il palco soprattutto nelle fasi strumentali e nei brani più riflessivi. Qualche caduta nelle tracce più commerciali che sembrano smarrire la vera identità della band. Ma è solo il piccolo neo di una valida performance. Un’energica “Dakota” chiude l’intervento di una formazione che avrebbe meritato, in generale, qualcosa di più.
Alle 22:00 passate salgono sul palco i Killers che infiammano in un attimo il folto parterre con “Somebody Told Me”. Il quartetto statunitense offrirà un lungo show, con l’ultimo album “Battle Born” a fare da filo conduttore tra le hit di qualche anno fa (“Human” e “Mr. Brightside” fanno sempre la loro figura, oltre ad accendere il pubblico come pochi altri pezzi) e cover singolari. Si assiste, infatti, a “Shadowplay” dei Joy Division e a una inattesa “Nel blu dipinto di blu” di Modugno: pausa divertente e tutta italiana poco prima dell’encore. I Killers scelgono “When Your Were Young” per la potente e pirotecnica chiusura (in un live che, complessivamente, ha proposto anche piacevoli effetti scenografici. I più attenti alle soluzioni estetiche avranno apprezzato).
Riccardo Rapezzi