The Script, le foto e il report del concerto a Milano del 28 marzo 2015

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Attualmente in tour nelle arene di tutta Europa, i The Script si sono fermati al Mediolanum Forum di Assago (Milano) il 28 marzo 2015 per l’unica tappa italiana di questa tornata di concerti indoor.

Ricordo che vidi per la prima volta i The Script ai Magazzini Generali, era il 2008 forse. Fu una serata particolare: non ricordo chi organizzò il concerto ma la sensazione era di essere ad una serata tra amici: pochi intenditori, qualcosa di speciale. La band infatti iniziava a farsi notare con “We Cry” ma non era comunque conosciuta da noi, non era un evento mainstream. Anche Danny O’Donoghue ringraziò l’organizzazione, loro avevano fatto chiaramente la differenza invitandoli a suonare, e il pubblico era composto da 25-30enni e oltre, chiaramente lì per apprezzare pop rock decisamente più maturo della media. È stata una bella sensazione rivederli dopo 7 anni, trasformati in una dimensione arena-rock, con un pubblico decisamente più giovane (ma non parliamo di livelli demografici alla One Direction) e un forum riempito bene (spacciato per sold out ma dai, una cosa così sarebbe finita tranquilla al vecchio PalaVobis a Lampugnano).

Avanzano gli anni ma Danny salta sempre giulivo sul palco e si è trasformato in un frontman trascinante senza essere un buffone. Tutta la band è unita, solida, sinceramente cordiale e gioviale. Divertente e positivo quanti espedienti abbiano utilizzato per cercare di stare più vicini possibili al pubblico: ingresso trionfale tagliando la folla, comparsa a sorpresa per un paio di pezzi (tra cui il loro singolo sfonda-classifiche “The Man That Can’t Be Moved”) su un palco secondario nel mezzo dell’arena, bagno di folla per Danny mentre passeggia sugli spalti con telecamera e microfono in mano, il siparietto del telefono rubato ad uno dei fan. Tutti i loro successi suonati a ruota, scaletta costruita ottimamente senza cali o parti soporifere, un’ora e mezza abbondante di puro intrattenimento. Irish power.

Fotografie a cura di Rodolfo Sassano.

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