I Veils li avevo visti la prima volta a Pukkelpop, in Belgio, prima dell’uscita di Nux Vomica. Di quel giorno ho un ricordo ovattato dal tempo, ma nella mia testa è ancora chiarissima la loro esibizione: la voce di Finn Andrews che sembrava arrivare da un’ altro mondo, la sensazione di assistere ad un bellissimo inizio: “Nux Vomica” ha poi confermato ogni mia aspettativa, e questo nuovo “Sun Gangs”, arrivato a tre anni di distanza ed ancora una volta diverso dai precedenti, traccia una nuova linea di partenza per una band mai uguale a sé stessa e per questo sempre interessante.
Finn Andrews è di per sé una figura carismatica: guarda negli occhi la gente delle prime file mentre canta, ruggisce ed urla nel microfono frasi da profeta, descrive un mondo molto spesso sporco e spaventoso con la furia di un discepolo di Nick Cave. E’ appunto con “Three Sisters”, uno dei pezzi più inquietanti e “Bad Seeds” dell’album, che si apre questo concerto equamente bilanciato fra novità e vecchio repertorio.
Complici un chitarrista veramente dotato ed eclettico ed una sezione ritmica più che affiatata, Finn corre come un treno attraverso i brani più conosciuti ed amati dal pubblico della sua discografia, proponendo una versione ancora più morbosa di “Calliope!” e una “Jesus For The Jugular” tanto intensa posseduta da lasciarlo senza fiato. Una delle cose che stupiscono di più di questa presenza filiforme, nervosa ed incredibilmente carismatica è il rapporto strettamente intimo e coinvolgente che ha con i suoi pezzi, qualcosa che ricorda Patti Smith per quanto riguarda l’approccio, per così dire, “Poetico”, alla scrittura musicale, qualcosa che viene fuori, in maniera epifanica, già al primo accenno di “Larkspur”.
Per i bis, Finn esce accompagnato solo dalla chitarra acustica, e per un quarto d’ora si trasforma in un juke box umano di canzoni a richiesta, promettendo anche di eseguire “The Leavers Dance”in giardino, dopo lo show,e regalandoci una bellissima versione di “Lavinia”.
La band ritorna sul palco per l’ultimo pezzo, l’apertura di “Sun Gangs”, “Sit Down By The Fire”: una cavalcata avvolta in un mare di feedback che accompagna l’uscita del gruppo dal palcoscenico.
Finn ricomparirà da solo, come promesso, davanti al chiosco esterno del bar del Magnolia, per suonare quella “The Leavers Dance” più volte richiesta dalle prime file e regalarci un vero momento di comunione fra artista e pubblico, di quelli che ai concerti di solito sono rari.
Complimenti davvero, ad una band che ad ogni live si conferma sempre più carica ed interessante, e ad un cantante che non può che migliorare, se continuerà su questa strada,e con questa ispirazione.
Setlist: Three Sisters, The Letter, Calliope!, Pan, The House She Lived In, Advice For Young Mothers, Jesus For The Jugular, Not Yet, Larkspur, Lavinia, The Tide That Left And Never Came Back, Guiding Light, Sit Down By The Fire, -bis all’aperto- The Leavers Dance.
Francesca Stella Riva