Il Sud falcidiato dalle fiamme. È questa la premessa più dura da mandare giù, a poche ore dal concerto. Gli incendi quasi mi accompagnano fino allo stadio. Partendo dal mio Sannio, e dalle fiamme a due passi da casa. Passando per l’Irpinia e per Salerno, appunto.
L’Arechi va riempiendosi a un’ora dal live, con la collinetta che lo sovrasta anche lei preda delle fiamme. Il colpo d’occhio dalla tribuna stampa è già notevole, nonostante ancora diversi spazi vuoti. Ma c’è Tiziano Ferro, c’è il sold out, e a minuti saranno in trentamila di fronte a me. Il palco si presenta semplice ma maestoso: in background due maxischermi tenuti insieme da un terzo, in verticale, con la passerella che si allunga di fronte ad esso. I musicisti invece in largo e vengono presentati in video durante il medley r&b.
L’inizio è da brividi: “Il mestiere della vita” è il primo brano presentato e viene accolto a braccia aperte dal pubblico, che dimostra di amarlo come se fosse già storico. Pubblico che si scioglie definitivamente con “La differenza tra me e te”, ben supportato dal video che alterna testo e primi piani del cantautore di Latina. Giusto il tempo di goderci “Ed ero contentissimo”, ed ecco che arriva lei. “Sere nere” rapisce tutti, come solo questa canzone sa fare. E anche Tiziano ne avverte, ancora una volta, tutta la sua forza.
Via le lacrime: Arechi in delirio per “Raffaella è mia”, a chiusura di un medley electro-dance che fa scatenare prato e tribune. C’è tempo anche per un breve coro de “O surdato ‘nnammurato”, nato tra gli spettatori e continuato dallo stesso Ferro sul palco. Il medley acustico tocca il momento più intimo della serata, spianando la strada a “Per dirti ciao” e “La fine”.
“Lento/Veloce”, accompagnato dalle fiamme sui maxischermi e dalle scintille che illuminano il “tetto” del palco, restituisce ritmo e vitalità al live, mentre “Xverso” dà un’ulteriore scossa di adrenalina alla serata. Prima dell’encore, “Lo stadio” chiude definitivamente i conti con la vivacità: è qui che l’artista dimostra di essere nel miglior momento della sua vita, dopo aver raccolto praticamente tutto e con un’energia fuori dal comune. La perla che fa abbracciare i trentamila è però “Non me lo so spiegare”, prima della chiusura con “Potremmo ritornare”, primo singolo estratto dall’ultimo album.
Che Tiziano Ferro sia tra gli artisti migliori del nostro panorama è fuori discussione. Questa sera però ha dimostrato di essere un fuoriclasse anche negli stadi, a contatto con la sua gente. Perché se prima c’era un velo malinconico nelle sue performance – penso a “Alla mia età” live in Roma nel 2009 – oggi riesce a trascinare e farti sorridere come pochi cantautori a livello internazionale. Il pop ritmato che ti fa ballare, ma senza snaturarsi, riportandoti in un battito di ciglia a fare i conti con i sentimenti.
Mai visto così felice. Per fortuna, siamo qui a godercelo.
La scaletta del concerto
1. “Stream” Opening
2. Il mestiere della vita
3. Epic
4. Solo è solo una parola
5. L’amore è una cosa semplice
6. Valore assoluto
7. Il regalo più grande
8. R&B medley
9. La differenza tra me e te
10. Ed ero contentissimo
11. Sere nere
12 Perdono
13. Medley elettro-dance
14. Ti scatterò una foto
15. Acoustic medley
16. Per dirti ciao
17. Lento/veloce
18. La fine
19. Rosso relativo
20. Stop dimentica
21. Xverso
22. Alla mia età
23. L’ultima notte al mondo
24. Mi sono innamorato di te
25. Incanto
26. Lo stadio
Encore:
27. Il conforto
28. Non me lo so spiegare
29. Potremmo ritornare