Finalmente il pubblico italiano ha potuto godere dello show di uno degli artisti più influenti degli ultimi trent’anni, una di quelle figure che hanno segnato un’epoca non solo con i propri album, ma con decine di produzioni di successo di dischi altrui. Da sempre considerato un genio degli arrangiamenti e della produzione (il suo nome viene spesso accostato a quello di Phil Spector), Todd Rundgren è stata la mente di così tanti progetti da risultare impossibile elencarli tutti (Meatloaf, Patti Smith e New York Dolls solo per citarne tre).
Il suo ultimo album, Arena, ha offerto la ghiotta occasione al pubblico nostrano di dimostrare il proprio affetto e la propria riconoscenza verso questo grande musicista.
Occasione, come di consueto, persa.
Il pubblico presente al Rolling Stone di Milano si poteva tranquillamente contare senza bisogno di calcolatori scientifici: poco più di duecento.
Assurdo.
Passata la delusione per l’ignoranza di chi è a casa a guardare Raffaella Carrà, ci prepariamo ad uno show che ci riserverà grandi momenti. Innanzitutto la scarsità di pubblico non ha minimamente intaccato l’entusiasmo (commovente) di Rundgren e di tutta la band, che comprendeva anche il grande Kasim Sulton: due ore di salti, urla e grande musica che pareva di essere alla Wembley Arena se non avessi distolto lo sguardo dal palco! Oltre alla grandissima professionalità, il gruppo ha però mostrato molto di più e lo stesso Rundgren si è più volte soffermato su divertenti storie di vita on the road che hanno reso il tutto più divertente. In più occasioni il musicista ha sottolineato quanto fosse felice e quanto apprezzasse che anche solo trecento persone fossero venute lì per lui.
Veniamo però ai pezzi. Dopo un inizio tiratissimo con “Love In Action”, che quasi tutti cantavano, ed una carrellata sul suo splendido passato, Todd è passato alla presentazione dell’ultimo lavoro, che su disco suona completamente da solo. E che presentazione, direi: ogni canzone e nello stesso ordine del disco. Trattandosi di un grande album, l’intermezzo è stato accolto con estremo entusiasmo dai pochi presenti e cantato dall’inizio alla fine. Ritornati sul palco per i classici bis, i musicisti ci regalano ancora “Couldn’t I Just Tell You” e, richiesta da un fan, “Just One Victory”. Molto probabilmente non ci sarà un’altra occasione, ma l’importante è che ci sia una nuova edizione dell’Isola Dei Famosi…
Setlist: Love In Action – Walls Came Down – Black Maria – Open My eyes – Lunatic Fringe – I Saw The Light – Mad – Afraid – Mercenary – Gun – Courage – Weakness – Strike – Pissin – Today – Bardo – Mountaintop – Panic – Manup – Couldn’t I just Tell You – Just One Victory.
Luca Garrò
IO C’ERO! EROICO, DAL MIO EROE. TODD IS GODD AND THAT’S ALL.