Non è facile approcciarsi ad una platea come quella del Magnolia: ampia dispersiva, abituata a concerti di grande livello. Non è facile farla cantare, ballare, pogare. Quello che invece è quasi impossibile è lasciarla muta. Ipnotizzata. Dote rarissima quella di Elena Tonra, piccola piccola dietro ad un microfono che sembra intimorirla fino a farle scomparire la voce quando non è sorretta dalla sua band.
Ovviamente sto parlando dei Daughter, sorprendere band inglese che in soli due album è riuscita a crearsi un folto seguito di fan in tutto il mondo grazie ad un suono ed uno stile decisamente inconfondibile. Elena con la sua voce è capace di incantare ed illudere, lasciando quasi passare in secondo piano le parole che spesso scavano un solco profondo nell’anima. Un live emozionante, struggente che ha come unica pecca quella di essere troppo breve.
Ma siamo all’interno del cartellone di un festival e quindi si possono fare poche concessioni alla scaletta. Festival che in realtà ha il merito o demerito a seconda dei punti di vista di coinvolgere un pubblico decisamente trasversale, non necessariamente accorso per gli headliner.
In apertura di serata sul palco principale ad esempio ci sono gli Edward Sharpe and the Magnetic Zeros. Un live che ha scaldato il pubblico grazie alle doti da showman del loro frontman che non si è negato, anzi. A più riprese ha coinvolto il pubblico, andandosene in giro per tutto il Magnolia. Uno show divertente dalle atmosfere diametralmente opposte rispetto a quelle dei Daughter.
Unaltrofestival si conferma una manifestazione molto particolare, mischia generi per attirare pubblico in maniera trasversale. Incastrato in mezzo alla settimana con un cartellone non propriamente zeppo. Queste certamente le pecche, i meriti sono quelli di riuscire comunque a bilanciare il tutto e di riuscire ad offrire una selezione artistica particolare con nomi di rilievo. Si replica stasera con Editors e Ministri, stessa storia, stesso posto, stesso (bar) palco.