Our Mecca is Wacken. Mai come quest’anno questa frase è stata così vera: il più importante festival heavy metal europeo ha registrato infatti il sold out!
Siamo rimasti davvero esterrefatti dalla quantità di gente presente e dall’affluenza ai concerti. Il giovedì di apertura ci siamo sorpresi dell’incredibile richiamo che gli Scorpions hanno nella loro terra natale… e che concerto signori! Poi, il giorno successivo è stato sconcertante trovare, alle 12 e per i Wintersun, una folla ancora più grande. E il pubblico ha continuato ad aumentare, fino ad arrivare alla paralisi completa di tutta l’area concerto per il gran finale con Motorhead e Subway To Sally.
Stupisce anche toccare con mano il seguito delle band di casa, quelle che non hanno mai disdegnato di cantare nella loro lingua, la partecipazione del pubblico alle esibizioni di In Extremo, Subway To Sally e Die Apokalyptischen Reiter è stata massiccia e assai sentita, con migliaia di persone a cantare i brani e lanciarsi in furiosi crowd surfing, creando quindi un’atmosfera festosa davvero suggestiva.
Wacken non è poi solo musica. E’ un entità pulsante e viva, fatta di ragazzi che arrivano dai 4 angoli del pianeta e che s’incontrano con la scusa di assistere a tre giorni di concerti. Non deve stupire se spesso si viene fermati da qualcuno che vuole sapere cosa ne pensi o da dove vieni o semplicemente se ti va un sorso di birra o di vino. Senza poi parlare dell’immensa area campeggio e dell’atmosfera di festa che ci si respira.
L’organizzazione teutonica poi è talmente perfetta da risultare invisibile, i concerti vengono allestiti su 4 palchi in contemporanea, con soundcheck velocissimi e un rispetto dei tempi perfetto, tutto il personale è lì per aiutarti e raramente abbiamo incontrati uomini della security così disponibili e cortesi.
Tutto questo non fa sottolineare che la vera marcia in più di questo festival è il fattore umano, con tutti i ‘fuori programma’ che questo comporta: l’esibizione di due cornamusisti apparsi in mezzo al pubblico al termine dei ‘Subway To Sally’, il delirio dell’accampamento vichingo, con tanto di maiale allo spiedo, dei figuranti ingaggiati dagli Amon Amarth, musicisti mescolati ai comuni mortali per godersi i concerti, ubriachi che si frustano con le cinte dei calzoni e tanto altro. Inutile negare che è soprattutto questo che rende l’esperienza Wacken davvero memorabile.
Nota purtroppo negativa dell’edizione di quest’anno la dobbiamo riservare al Metal Market e, in generale, a tutta la gestione del merchandising. Mancavano ad esempio molte magliette dei gruppi in scaletta, c’erano pochissimi stand di negozi di dischi con conseguente difficoltà di reperire i lavori delle band presenti al festival. Invadente e fastidiosa invece la presenza massiva di stand carichi di ninnoli per il metallaro edonista, tra anfibi da metallaro dello spazio, collane e anelli… insomma, più attenzione al look che alla musica, purtroppo.
S.D.N.
(Rolf Klatt / Metaltix – http://www.metaltix.com)
Line up da paura quest’anno, anni luce migliore di quelle degli ultimi due anni. No, non è questione di gusti, questa volta c’era da leccarsi i baffi per tutti, ergo il Wacken Open Air 2006 era diventato il mio unico obiettivo “concertistico” dell’estate 2006 (Tool a parte). A luci spente non ho problemi ad ammettere che mi aspettavo di più, specialmente da uno dei due gruppi per i quali avevo smosso le terga, tuttavia questa edizione è seconda solo a quella del 2003, mentre si è lasciata parecchio indietro quella dell’anno scorso.
Gli Scorpions sono stati assoluti dominatori della tre giorni, un concerto evento mostruoso, con un’energia rock assurda, capace di scuotere l’immensa platea sin dall’opener Coming Home! Schenker e Roth hanno dettato legge, specialmente su In Trance. Iniziare così è fantastico ma poco congeniale alla salute, a maggior ragione se la prima giornata si è conclusa con il ‘metal karaoke’, in cui ho avuto modo di ridicolizzarmi davanti a mille e passa persone.
La seconda giornata è cominciata con la violenza dei Mystic Circle, che mi interessano poco ma sono stati essenziali nel farmi capire dove mi trovavo. Divertente e molto l’esibizione di Danko Jones, irritanti Six Feet Under, Nevermore e Opeth, oramai con poche cose da dire e tanti ampli da staccare prima possibile. Molto meglio la tripletta In Extremo, Carnivore e Children Of Bodom, con un pubblico smisurato e una carica immensa. Se gli estremisti giocavano in casa, Pete Steele ha riportato in vita una band favolosa che ha lasciato due dischi di grezzume puro da tramandare ai posteri. Lahio gioca troppo con il proprio ego ma è autore di una prestazione brillante, oramai il suo gruppo, volenti o nolenti, è una realtà di spicco nel panorama heavy. I Celtic Frost (uno dei tre motivi per i quali ero a Wacken, gli altri due erano gli Scorpions e le due simpatiche e disinibite compagne di viaggio che hanno “accompagnato” me e i miei disperati amici, ndr) mi hanno letteralmente fatto piangere per tutto il set: di gioia su Caress Into Oblivion perché ho troppi ricordi legati a questo pezzaccio, di dolore per il resto della tracklist. Il concerto è stato privo di personalità, Thomas sembrava fuori come un terrazzo e allo stesso tempo insicuro, il sound poi è stato pietoso: non serve distinguere le note coi Celtic, ma un continuo fzzfzfzzzzzfzzzz non ha aiutato. Peccato, peccatissimo. I Ministry non rientrano nei miei ascolti ma hanno veramente fatto paura, un putiferio sonoro incontrollabile che ha coinvolto il pubblico, che ha avuto però la colpa di andare ancora più in delirio con gli Amon Amarth: vichingoni, fieri e anche bravi, ma che palle ragazzi! Alle due di notte potete immaginare in quali condizioni potevo essere…nonostante ciò mi sono goduto alla grande gli ultimi venti minuti di set dei Primal Fear sul party stage. Anche questi “che palle ragazzi!” dopo un po’, tuttavia tornare indietro di qualche anno a farmi pose plastiche su “Metal Is Forever” mi ha aiutato a dimenticare le vichingate di cui sopra.
Il terzo giorno è stato per me il giorno del delirio: avevo zero aspettative ma mi son divertito come mai. Prestazioni ottime di Caliban (che hanno messo in piedi un pogo assurdo e hanno ricevuto consensi a manetta), Morbid Angel, Soulfly, Whitesnake ed Emperor (incredibilmente magnetici e vogliosi, temevo il peggio e invece hanno spaccato tutto). Noia inumana per Arch Enemy (Angela, torna a farti le copertine con Cristina che è meglio…magari tornano i Carcass…) e, purtroppo, Fear Factory (Burton, che ti è successo?). Fuori concorso Gamma Ray e Motorhead. I primi perché negli ultimi anni sono in fase calante, benché zio Kai non abbia rivali come icona power del millennio, i secondi perché sono la più grande macchina da rock ‘n roll mai esistita e dal vivo risultano inarrivabili benché i pezzi alla fine son sempre quelli. Si dice ci fossero almeno 40mila persone a morire e brindare in allegria su Overkill…secondo me erano anche di più. Per me il Wacken 2006 si è concluso sui saluti di Lemmy, Mikkey e Phil. Edizione ottima danneggiata da un’esibizione scarsissima del gruppo che più attendevo in assoluto.
Special Thanx to Rosario Maduli