Wacken Open Air 2009 – Wacken, Germany 30 luglio/1 agosto 2009

La Mecca: meta annuale di visite da parte di pellegrini islamici che, secondo quanto prescritto dal Corano, sono tenuti a visitarla almeno una volta nella vita. Wacken: meta annuale di migliaia di appassionati di musica heavy metal da tutto il mondo, che, una volta all’anno si riuniscono per dar vita a quello che è ormai riconosciuto a livello mondiale come il maggior festival Metal.

Tappa obbligata per ogni appassionato di questo genere, almeno una volta nella vita questa esperienza va vissuta.
Mi si perdoni il paragone che potrebbe apparire blasfemo, ma Wacken è ormai per molti uno stile di vita e una vera e propria fede. Lo dimostra il numero crescente di partecipanti al festival, lo dimostra l’affetto verso questa manifestazione, lo dimostrano i cori “Wacken Wacken” che quasi continuamente si levano da ogni strada della cittadina e da ogni angolo della zona campeggio per tutta la durata della manifestazione.

E passiamo ora all’edizione 2009 del festival, quella del ventesimo anniversario della manifestazione, sold out già dai primi giorni di gennaio, senza che nemmeno si conoscessero gli headliner o il grosso delle altre band previste in scaletta. Il festival è uscito veramente bene, un giornale locale parlava di 75000 presenze, e credo che la cifra sia plausibile! Non ho mai visto così tante persone a Wacken: c’era gente ovunque e l’area concerti era sempre gremita all’inverosimile.

Tempo: pioggia fastidiosissima giovedì per buona parte della giornata e diluvio nella notte, ha smesso venerdì mattina, da li in poi fortunatamente ha fatto bello, siano lodati gli dei del metallo!

Viaggio: quest’anno è stato il MetalTrain a portarci sul luogo dell’evento, ed è stata davvero un’esperienza mistica: personaggi assurdi, alcool a fiumi, scene da delirio e urla per tutta la notte…il ritorno sembrava il treno dei morti invece, pochissimi superstiti.
Vincono gli olandesi, che bevevano litri di alcolici durante il viaggio di andata (martedì sera) e alle 6 del mattino della domenica mattina sono stati visti a fare colazione a cola e Jack Daniels, e non si sono fermati fino alle 5 del pomeriggio dopo a Stoccarda. Immortali!

Organizzazione: come sempre ineccepibile, e negli ultimi 5 anni è migliorato praticamente tutto, in particolare i servizi nell’area campeggio: ora ci sono pure i punti breakfast fornitissimi, aperti 24 ore filate e il supermarket con generi di prima necessità sempre disponibili.

Pecche: le magliette del festival finite al mercoledì sera (!) e il wc chimico che avevamo prenotato non è stato consegnato.

Alcolici: a fiumi, come vuole la tradizione. Lo sport “nazionale” sembra sia diventato quello di accumulare la più alta pila di lattine e bottiglie di birra.

Concerti: visti tanti, perso qualcuno ma vederli tutti era come al solito improbabile. Assistito a scene di delirio puro e a dei circle pit spaventosi (coi Machine Head si è aperta una voragine gigantesca sotto il palco, era davvero pazzesca a vedersi).

Ecco un breve report delle band che sono riuscito a seguire:
GIOVEDI’
Running Wild – show decisamente sottotono, suoni non eccellenti e band sul palco che sembrava davvero poco carica e poco entusiasta, complice il tempo inclemente il pubblico non si è scaldato per niente. Concerto davvero deludente, specialmente per essere il tanto decantato sul sito di Wacken “show d’addio della band”. Peccato, potevano fare fuoco e fiamme durante il loro ultimo arrembaggio, invece il galeone è affondato miseramente.
Heaven and Hell – stessa scaletta del Gods of Metal, stesso show impeccabile. 40 anni di storia e classe da vendere. Uno dei migliori set del festival.

Foto di Federico Fiore

VENERDI’

Endstille – sentiti per la prima volta. Il loro black aggressivo ha un po’ stentato a decollare, complice forse l’ora non proprio favorevole, ma dopo un paio di pezzi hanno ingranato e hanno fatto morti e feriti. Promossi.
Gamma Ray – Kai Hansen accusa un po’ il passare del tempo e la sua voce non è più quella di una volta, ma il carisma di questo personaggio è come al solito sufficiente a fare di ogni loro show un grandissimo show. Fra classici della band, pezzi recenti e un medley degli Helloween il combo tedesco ha regalato ai presenti un’ora di vero divertimento. Con metà della loro grinta i Running Wild avrebbero fatto un gran bello spettacolo.
Airbourne – saranno gli AC-DC sotto falso nome, ma hanno una carica impressionante e sul palco ci danno dentro come pochi altri. Il cantante si è arrampicato senza funi di protezione in cima ai tralicci del palco e ha prima suonato un assolo, poi si è lasciato penzolare nel vuoto con la chitarra in spalla, reggendosi solo con le braccia. Se quest’uomo non si uccide sul palco sono certo che sentiremo parlare ancora di loro in futuro, e quando gli AC-DC andranno in pensione ci saranno loro a farci saltare a ritmo di rock and roll. Ottimo show e pubblico decisamente soddisfatto.
Swashbuckle – dei pazzi vestiti da pirati che suonano death metal. Spettacolo divertentissimo, con figuranti vestiti da squali e pappagalli che giravano sul palco, e uno squalo di gomma lanciato sul pubblico durante l’esibizione. Divertentissimi davvero, peccato li abbiano relegati sul Medieval Stage limitando la presenza di pubblico, meritavano come minimo un WET stage, ma anche sul party stage avrebbero fatto la loro porca figura.
Motorhead – We are Motorhead, and we play rock and roll. E poi un’ora e mezza di massascro sonoro. Come da copione Lemmy e soci rispettano le aspettative e sono autori di uno show fra i più apprezzabili del festival. Moshpit assassino ma con pochi partecipanti, e crowdsurfing come se piovesse.
In Flames – non credevo avessero un simile seguito in Germania, e sono rimasto piacevolmente sorpreso. Vedere circle pit enormi e 50000 persone o forse più saltare tutte insieme è uno spettacolo da vedere. Area concerti gremita in ogni ordine di posti e show molto bello anche dal punto di vista visivo, con pyros e fuochi d’artificio compresi nel prezzo.
Doro – ha proposto un ottimo best of show con tutti i cliassici dei Warlock, e lei è sempre in forma smagliante. Peccato che l’ora tarda e il freddo della notte nordica si siano fatti sentire troppo e abbiano un po’ ammorbidito il pubblico.
Amon Amarth – votati dal Metal Hammer tedesco come migliore live band, non potevano che proporre uno spettacolo massiccio e coivolgente. Un drakar vichingo sul palco, figuranti che inscenavano battaglie, fiamme un ogni dove, e metallo pesantissimo riversato sulle teste dei presenti senza tregua e senza pietà. Entrano con onore fra i migliori del festival.

SABATO:
Rage – show con ospiti e scaletta non proprio convenzionale. Hanno pescato abbastanza dai dischi vecchi, alternando a brani estratti dai lavori più recenti. Ospiti illustri sul palco a duettare con Peavy, Hansi Kush e Schmier dei Destruction a cantare fra le altre Prayers of steel, vecchissimo pezzo tratto dall’omonimo debutto quando la band ancora portava il nome di Avengers.
Cathedral – l’ora più lunga della mia vita. La band ha riversato sui presenti un suono pesante come una tonnellata di mattoni, ed è pure riuscita a far arrivare in cielo delle nuvole grigie e minacciose, che se ne sono poi andate alla fine dello show facendo tornare il sole. Lee Dorian carismatico come sempre autore di un’ottima prestazione, chiusa come di consueto da “Hopkins (The Witchfinder General)”, terminata con lo stesso Dorian che si impicca col cavo del microfono. Pesanti come non mai….ma che spettacolo!
Testament – show nella norma, senza picchi particolari. Pubblico partecipe, ma ho avuto l’impressione che nel 2003 (sempre a Wacken) il combo americano fece molte più vittime.
Heaven Shall Burn – non li ho visti da sotto il palco perché stavo seguendo i Borknagar, ma vedevo negli schermi a lato dei due main stage le immagini della gente, letteralmente impazzita. Pogo assassino e decine di persone a surfare sul pubblico tutte contemporaneamente. Ad un certo punto lo stesso cantante è sceso dal palco e si è gettato fra la folla. Promossi anche solo per la presenza scenica.
Borknagar – sentiti a Wacken per la prima volta. Credo che la loro proposta non sia del tutto apprezzabile senza prima conoscere i loro lavori da studio. (era meglio seguire gli Heaven allora eheh, ndJ³)
Volbeat – Elvis è vivo, e suona heavy metal. Proposta tanto semplice quanto originale quella di questo gruppo, che fa ballare e saltare per un’ora buona il pubblico, proponendo, fra le altre cose, una cover dei Misfits e chiudendo con il riff di Raining blood.
Machine Head – questa band dal vivo è una macchina da guerra in tutto e per tutto. Suoni esagerati e pubblico più che reattivo. Flynn apprezzava particolarmente e ha più volte ringraziato quello da lui stesso definito “il migliore pubblico del mondo”. Il circle pit più grosso mai visto in vita mia.
Saxon – i Saxon a Wacken ormai sono di casa, il pubblico partecipa e questa volta (al contrario del 2004) lo show è stato diretto e senza troppi fronzoli, così come dev’essere uno show rock and roll. Una carrellata di classici fra i più classici della band fa ballare, saltare e cantare tutti i presenti per tutto il tempo. Ottimi e ottimo Biff, ancora in grandissima forma.
Gwar – show impeccabile dal punto di vista visivo. Manichini decapitati, sangue finto a litri, un dinosauro di gommapiuma, Mickael Jackson…divertentissimi e sicuramente da vedere, ma per non più di tre o quattro canzoni, perché musicalmente non sono niente di eccezionale, e alla lunga i pezzi sono davvero tutti troppo simili.
Korpiklaani – dopo aver visto una parte di show dei Gwar ho così deciso di andare a sentire questo gruppo…e la prima cosa che ho pensato è stata “questo è metal da osteria”. Ritmo coinvolgente e centinaia di metallari ubriachi a ballare contentissimi. Bello spettacolo e band divertente sia da vedere che da sentire.

E con loro questa edizione 2009 di Wacken è per me finita, un ultima birra e poi a smontare la tenda ed avviarmi verso la navetta per la stazione. E come al solito: SEE YOU NEXT YEAR, RAIN OR SHINE.

Grazie a Corrado Riva

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