Il Wired Next Fest è una tre giorni ricchissima di appuntamenti tra stand geek, incontri con vari esponenti di una cultura decisamente trasversale (dalla politica, all’arte, passando per Guru e artisti), ma soprattutto musica.
Ieri sera i Giardini Indro Montanelli hanno aperto gratuitamente le porte a moltissimi ragazzi che incuriositi, si sono presentati tra gli allestimenti per ascoltare i primi live della manifestazione. Sul palco nell’ordine: Cosmo, M+A, Ninos Du Brasil.
È Cosmo, all’anagrafe Marco Bianchi, già frontman dei Drink To Me, a scaldare la platea. Il suo spettacolo lo vede protagonista al centro del palco, assistito solo da due ballerine, con una serie di marchingegni decisamente in tema con il contesto dai quali esce una musica difficilmente classificabile. Sample più disparati, noise e drum machine inscatolano una vena cantautorale non sottovalutabile.
Arrivano poi gli M+A, gioellino italiano da esportazione che infatti hanno da poco comunicato la loro presenza al Glastonbury Festival di questa estate. Loro non sono più una scoperta per chi un minimo bazzica negli ambienti “alternativi”. Un duo (in tre sul palco) in grado di farvi ballare e cantare con un pop sintetico e raffinato. Echi di French Touch in chiave moderna. Se non li conoscete ancora, vi state perdendo uno dei gruppi italiani migliori del momento.
A chiudere i Ninos Du Brasil, il progetto musicale dell’artista Nico Vascellari. Il loro live è devastante sotto tutti i punti di vista. Basti vedere in che condizioni si presenta il palco alla fine dell’esibizione: non c’è più un solo pezzo al suo posto. Tra esplosioni di coriandoli, percussioni, arpeggiatori grassi e espressioni corporee di una forma d’arte che non può solo fermarsi alla musica, il loro show è un’esperienza da vivere senza freni.
Si chiude così verso mezzanotte la prima serata di questo festival dall’ottima organizzazione, in un ambiente accogliente e con artisti di livello. Questa sera si replica e sul palco dei Giardini Sandro Pertini salirà un certo Giovanni Giorgio Moroder. Esserci è un imperativo categorico.
[youtube kkOO4i4VxTM nolink]