I migliori album del 2015 nel (decimo!) POLLO redazionale di fine anno

Rieccoci all’appuntamento con la classifica dei migliori album dell’anno 2015 per la redazione. Di dischi ne sono usciti anche troppi, per alcuni molti sono stati di qualità, per altri la qualità è oramai un concetto astratto. Vedremo chi avrà ragione tra qualche anno, di sicuro la release del nuovo Adele aiuterà non poco il mercato discografico a dire che, dopo quasi un lustro di magra, le vendite sono tornate a crescere. Ciò detto, per noi i dischi dell’anno sono quello dei Foals, di Chris Cornell, dei Faith No More e delle icone David Gilmour e Iron Maiden. Piazzati (e benissimo) i super Calibro 35 insieme a un misto eccellente di novità e vecchie querce del rock. Per tutto il resto c’è il wall of text che segue. Daje.

MIGLIORI ALBUM 2015 – Classifica Redazione

Piazzati:
15 – D’Angelo & The Vanguard – Black Messiah, 10 punti, 2 menzioni
15 – Bring Me the Horizon – That’s the Spirit, 10 punti, 2 menzioni
14 – Nothing But Thieves – 10 punti, 3 menzioni
12 – Blur – The Magic Whip – 12 punti
12 – The Darkness – Last Of Our Kind – 12 punti
8 – August Burns Red – Found in Far Away Places – 14 punti
8 – Dead Weather – Dodge And Burn – 14 punti
8 – Keith Richards – Crosseyed Heart – 14 punti
8 – Marilyn Manson – The Pale Emperor – 14 punti
7 – Arcane Roots – Heaven & Earth (EP) – 16 punti
6 – Calibro 35 – S.P.A.C.E. – 18 punti

Top Five:
4 – David Gilmour – Rattle That Lock e Iron Maiden – The Book Of Souls – 22 punti
3 – Faith No More – Sol Invictus – 24 punti, 4 menzioni
2 – Chris Cornell – Higher Truth – 26 punti, 3 menzioni
1 – Foals – What Went Down – 32 punti, 4 menzioni

Tutti gli altri album nominati:
099 – Nulla è per caso
A Tear Beyond – Maze of Antipodes
Adele – 25
All Time Low – Future Hearts
Armored Saint – Win Hands Down
Band Of Spice – Economic Dancer
Be The Wolf – Imago
Cattle Decapitation – The Anthropocene Extinction
Clutch – Psychic Warfare
Colin Stetson & Sarah Neufeld – Never were the way she was
Dave Gahan & Soulsavers – Angels & Ghosts
Eclipse – Armageddonize
Editors – In Dream
Europe – War Of Kings
Fabri Fibra – Squallor
Fat Freddy’s Drop – Bays
Florence + The Machine – How Big, How Blue, How Beautiful
FKA Twigs – M3LL155X
Foo Fighters – Saint Cecilia
Godspeed You! Black Emperor – Asunder, Sweet and Other Distress
Gorod – A Maze of Recycled Creeds
Grimes – Art Angels
Justin Bieber – Purpose
King Midas Sound & Fennesz – Edition 1
M+A – Anyway Milkyway
Madh – Madhitation
Makay McCraven – In the moment
Mark Ronson – Uptown Special
Matana Roberts – Coin coin chapter Three: river run thee
Max Gazzè – Maximilian
Metro Station – Savior
Miley Cyrus – Miley Cyrus & Her Dead Petz
Moonspell – Extinct
Motorhead – Bad Magic
Mumford & Sons – Wilder Mind
Muse – Drones
Nadine Shah – Fast Food
Negramaro – La rivoluzione sta arrivando
Noel Gallagher’s High Flying Byrds – Chasing Yesterday
Periphery – Juggernaut: Alpha & Omega
Phinehas – Till The End
PiL – What The World Needs Now
Refused – Freedom
Roger Robinson – Dis side ah town
Ryan Adams – 1989
Scott Weiland & The Wildabouts – Blaster
Shilpa Ray – Last Year’s Savage
Sleaford Mods – Key Markets
State Champs – Around The World And Back
Stereophonics – Keep the village alive
Steven Wilson – Hand. Cannot. Erase
Stormwitch – Season of the witch
Sufjan Stevens – Carrie & Lowell
Sylosis – Dormant Heart
Tesseract – Polaris
The Prodigy – The Day Is My Enemy
The Sun – Cuore Aperto
The Vaccines – English graffiti
The Wombats – Glitterbug
Tremonti – Cauterize
Twenty One Pilots – Blurred Face
Ufomammut – Ecate
Vennart – The Demon Joke
Witchbound – Tarot’s legacy

UMBERTO SCARAMOZZINO

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Arcane Roots – Heaven & Earth (EP)
Chris Cornell – Higher Truth
Bring Me The Horizon – That’s The Spirit
Foals – What Went Down
Faith No More – Sol Invictus

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ La leggendaria riunione di Bologna e le conseguenti sbronze con inseguimenti notturni.
– Aver proposto alla redazione di passare ad una top 10 e ritrovarsi da solo in questa battaglia. Un saluto alle vittime, dischi ingiustamente esclusi dalla mia classifica: Brother & Bones, Enter Shikari, Millencolin, While She Sleeps, The Darkness, Clutch, Brandon Flowers, Parkway Drive, Nothing But Thieves, Peryphery. Grazie a tutti.
+ Aver incontrato e intervistato uno dei miei idoli di sempre: Brandon Flowers.
– L’arrivederci dei Gaslight. Non fatemi scherzi ragazzi, perché io ormai la cazzata di affidarvi la mia vita l’ho fatta.
+ Aver trovato due persone speciali – ciniche ma con un cuore grande così – con cui condividere oltre la metà dei concerti di quest’anno.
– Il Rock In Idro che non è sopravvissuto all’edizione 2014. Quella che parte di questa redazione non dimenticherà mai.
+ I tre concerti degli Arcane Roots: le persone importanti, la follia, il sudore, i lividi, le corde vocali spezzate, l’inchiostro a breve su pelle.
– I miei amici-fratelli My Aim To Farewell che ancora non hanno un’etichetta. Discografici dovete attaccare questa cazzo di sveglia.
+ Essere diventato lo “sceneggiatore” della Nero Films e aver scritto il primo soggetto per un videoclip musicale (che non abbiamo ancora girato, ma quando uscirà vi bagnerete)
– Un po’ scontanto, ma realizzare che mentre io ero ad un concerto, nello stesso preciso istante, la morte inghiottiva il Bataclan.

Ma il meglio è aver reso ancora più grande una redazione che racchiude amici, fratelli, eroi, amori mancati, persone da prendere a testate, persone da rinchiudere. Pezzi de stronzi che non mi spalleggiano quando propongo la top 10. Grazie per questo 2015, vi voglio bene.

LA FRASE DELL’ANNO
“Torniamo a piedi?”

LUISA MARINARI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Vennart – The Demon Joke
Foals – What Went  Down
Arcane Roots – Heaven & Earth (EP)
Steven Wilson – Hand. Cannot. Erase
Nothing But Thieves – Nothing But Thieves

MATHIAS MARCHIONI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Editors – In Eream
Marilyn Manson – The Pale Emperor
The Darkness – Last Of Our Kind
David Gilmour – Rattle That Lock
Motörhead – Bad Magic

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ aver avuto la mia (brutta) faccia a pochi centimetri da Dave Gahan, Billy Idol, Marilyn Manson
– aver avuto la mia (brutta) faccia a 400 metri dagli AC/DC
– aver smesso di suonare da un anno e continuare a comprare bassi elettrici
+ torturare il fotografo di Metalitalia con gli Steel Panther in loop nello stereo della macchina per tutto il viaggio che ci portava al RockAvaria
+ Pistoia Blues: casa, amici, buona musica, porchetta e birra.
– il tredici novembre 2015 (+) fino a quando sono stato a godermi i Foo Fighters
+ Justin Hawkins quando mi prende in prestito la reflex

LA FRASE DELL’ANNO
Tante, e mi dimentico sempre di segnarle, vado con l’ultima in ordine temporale: «“anche se.. se penso che la carota sia un pene allora tutto ha più senso”»

NICOLA LUCCHETTA

I 5 DISCHI DELL’ANNO
* The Prodigy – The Day Is My Enemy
* Rudimental – We The Generation
* D’Angelo And The Vanguard – Black Messiah
* Blur – The Magic Whip
* Duran Duran – Paper Gods
Menzione d’onore: David Hasselhoff – True Survivor (Kung Fury OST)

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ I Glassjaw che con una mossa a sorpresa annunciano il nuovo album per il 2016 e pubblicano un nuovo singolo che è una bomba assurda
+ Le capatine annuali a Londra per vedere The Who, Chic e Blur
+ Shirley Manson dei Garbage e Karlie Kloss nel video di “I’ll Be There” degli Chic che, in fatto di sex appeal, battono il 99,95% del sesso femminile mondiale
+ Home Festival che, con la politica dei piccoli passi, sta diventando una realtà nazionale da tenere in altissima considerazione
+ I video di Downtown di Macklemore & Ryan Lewis e di Go dei Chemical Brothers: vere e proprie opere d’arte capaci di bucare anche i circuiti mainstream
– Un altro anno senza MCA e senza il portare a letto la colazione a Taylor Swift ogni mattina
– La morte di Scott Weiland, ultima in ordine cronologico di un anno tragico che ci ha costretti a salutare anche colossi come (solo per citarne una manciata) Pino Daniele, BB King, Chris Squire e Philty Animal
– Straight Outta Compton, film che si rivela un’operazione di pulizia di reputazioni e non un documentario sulla West Coast a cavallo degli anni Ottanta e Novanta
– I Foo Fighters che hanno iniziato a rompere il cazzo, anche grazie alla stampa internazionale piegata a 90° nei loro confronti
– Gli attentati di Parigi

LA FRASE DELL’ANNO
Oh what a day, what a lovely day!

CINZIA MERONI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
The Dead Weather – Dodge and Burn: Alison Mosshart, Dean Fertita, Jack Lawrence e Jack White sono l’incarnazione dell’attitudine rock’n’roll e “Dodge and Burn” è il loro miglior album.
Calibro 35 – S.P.A.C.E.: Dalle fervide menti dei ragazzi è arrivato l’ennesimo capolavoro, una cornucopia di tecnica, groove, poesia e immaginazione, che li spedisce direttamente nel Parnaso della musica internazionale.
Nothing But Thieves – Nothing But Thieves: Il miglior esordio dell’anno. Fosse una sfera di cristallo ci si potrebbero vedere dentro le magnifiche sorti che attendono i cinque giovini di Southend-on-Sea, ma è un disco e quindi ci limiteremo ad ascoltarlo con grande goduria.
Shilpa Ray – Last Year’s Savage: Quanto l’ho amato! Il buon vecchio Nick Cave ci aveva messi sul chi va là e a ragione. Luce e oscurità, grandi ballate e pezzi danzerecci, il tutto condito con un tocco di delicato sarcasmo, sono la cifra stilistica di un album che richiama la scena newyorchese dei primi 70 e senza cadere in sterili hipsterismi!
Nadine Shah – Fast Food: Il mio tesssoooro. Per nascita a cavallo tra le culture, Nadine Shah – inglese, ma di madre norvegese e padre pakistano – con questo suo secondo disco riesce a dare un’immagine dettagliata della propria complessità artistica. Rock, jazz, grunge e musica sufi convivono in questo piccolo capolavoro, che custodisco gelosamente tra i miei favoriti.

ELENA REBECCA ODELLI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Muse – Drones. Un companatico di suoni e immagini, in pieno stile Muse ma anche no. Richiamo western versus Guerre Stellari.
Negramaro – La rivoluzione sta arrivando. Sono i Negramaro ma in versione upgrade, prendono strumenti e provano a spaziare, corsari nell’universo musicale.
Adele – 25. Attesa, venerata dalla critica. Un buon album curato e meticoloso, al di là delle facili parodie da web. L’attesa non ha disilluso le aspettative.
Max Gazzè – Maximiliam. Poliedrico. L’esperienza con i compagni di merende Fabi e Silvestri, è valso un album in cui l’ex chioma fluente Gazzè, si mette in discussione –musicalmente- ancora una volta.
FKA Twigs – M3LL155X – giovane, creativa e un disco tecnicamente strutturato.

JACOPO CASATI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
*Iron Maiden – The Book Of Souls
*Be The Wolf – Imago
*Periphery – Juggernaut: Alpha & Omega
*August Burns Red – Found in Far Away Places
*Phinehas – Till The End

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ Armored Saint e Queensrÿche che spaccano, bentornata vecchia guardia
+ Parkway Drive e Between The Buried And Me che in modo diverso confermano di essere dei Top
+ Intronaut, Art Of Dying e Sunpocrisy che fanno disconi paiura scoperti (o usciti) troppo tardi per rimettere in discussione la chart
+ I Bullet For My Valentine che fanno qualche altro pezzo decente mille anni dopo
+ Merdallari e gli insulti di Patton al pubblico quest’estate
+ Il ritorno a suonare la batta col doppio DW arrugginito dopo anni e solo per una sera
+ Un anno pazzesco lavorativamente e privatamente parlando
– Un anno pazzesco lavorativamente e privatamente parlando
– Quello che è successo a Parigi e che ha cambiato per sempre chiunque andrà a un live, non solo le modalità con cui si entrerà nei locali
– Sempre meno voglia di andare ai live a meno che non sia per la cumpa o per lavoro

LA FRASE DELL’ANNO
Siamo al Top

DANIELE CORRADI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Chris Cornell – Higher Truth
Faith No More – Sol Invictus
Ryan Adams – 1989
Foo Fighters – Saint Cecilia (EP)
Scott Weiland & The Wildabouts – Blaster

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
Il momento cardine è per forza di cose uno di quei punti nodali che determinano il futuro a venire, e senza di esso non sarei qui a scrivere queste parole. E’ un po’ il paradosso del nonno che impedisce i viaggi nel tempo, no? Siamo qui a parlare e a vivere di musica, e quest’anno ho trovato una famiglia che mi ha accolto dal nulla senza pregiudizi come un loro pari, e so bene che non è una cosa che si trova tutti i giorni. Grazie a loro posso vivere più intensamente la mia passione e tutte le gioie e i dolori che ne comporta. Grazie quindi, e grazie a quel giovane scavezzacollo, pazzo da legare, che presto avrà due polsi tatuati nel nome di un gruppo chiamato Arcane Roots, che considero come un fratello praticamente dal momento esatto in cui l’ho conosciuto.
Il 2015 è un anno di guerra e il rock è stato colpito direttamente quindi noi che ne parliamo quotidianamente ci siamo sentiti in prima linea e, come spesso accade, il terrore ci ha unito invece che dividerci. L’attacco al Bataclan è stato di certo un momento determinante, nel male soprattutto, ma anche nel bene, perché ci ha fatto capire quanto sia maledettamente importante la musica per sentirsi umani.
Le cose positive, ora. La musica live, spesso condivisa con i miei compagni di milizia di Outune. Concerti, a decine. Decibel, a migliaia. Sudore, spinte, urla, melodia. Festival, club grossi come cessi di una stazione, cieli aperti, club fumosi e palazzetti rischiarati dai lumi di accendini e cellulari.
Si chiude con un abbandono di una lotta, con l’addio di uno dei miei idoli di sempre. Trova un posto di onore nella mia classifica degli album di quest’anno, come epitaffio di una carriera che ha pochi eguali. Vivere al massimo ha il suo costo, ma la musica rimane per sempre. Grazie Scott.

ALESSANDRO MELA

I 5 DISCHI DELL’ANNO
1. Florence + The Machine – How Big, How Blue, How Beautiful
2. Frank Turner – Positive Songs For Negative People
3. Mumford & Sons – Wilder Mind
4. Noel Gallagher’s High Flying Byrds – Chasing Yesterday
5. Keith Richards – Crosseyed Heart

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ Sziget festival: tutto
+ Mumford & Sons all’Arena di Verona, i bis acustici voci armonizzate e poco altro sulla tribuna
– Sziget festival, ritratto: i due che dovevano limonare al concerto dei Kings of Leon
– Miley Cyrus che potrebbe ammettere che tutto sommato fare musica non le interessa e dedicarsi al porno indipendente
– L’internet vs. Adele e tantissime battute tristi
+ Frank Turner dal vivo scalda il cuore. Bella musica e bella gente, come ritrovare vecchi amici
– Foo Fighters in Italia più volte, persi più volte

CHIARA BORLONI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
August Burns Red – Found in Far Away Places
Dave Gahan & Soulsavers – Angels & Ghosts
Tesseract – Polaris
Bring Me the Horizon – That’s the Spirit
Justin Bieber – Purpose

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ non riuscire a scattare neanche mezza foto a fuoco alla fine del concerto dei Mötley Crüe per colpa della mano tremante e dell’occhio lucido
+ poter dire liberamente che amo Justin Bieber
+ essere riuscita ad accaparrarmi i biglietti per il parterre dei Cure ed esaltarmi continuando ad ascoltarli in loop anche se manca ancora un anno al concerto
+ aver visto Johnny Rotten per la prima (e penso ultima) volta della mia vita
+ l’ultimo MetalItalia Festival, giornata intensa e fisicamente impegnativa, ma carica di soddisfazioni
+ ritrovarsi di nuovo quattordicenne nel pogo dei Punkreas all’Home Festival di Treviso
+ l’ingresso nella redazione di Outune, senza il quale la maggior parte dei momenti positivi che ho elencato (e molti altri) non sarebbero stati possibili
– il concerto dei Metallica che non ho praticamente visto né sentito, nonostante fossi presente ma posizionata nell’area più infelice della Summer Arena di Assago
– tempi di recupero post concerto triplicati rispetto a un tempo
– la notizia degli attentati a Parigi, che ha mandato in fumo le vibrazioni positive del concerto dei Foo Fighters a cui avevo appena assistito e che ha alterato il modo di viversi i concerti successivi (senza contare il falso allarme a Milano per il quale i Five Finger Death Punch e i Papa Roach hanno dato forfait)

LA FRASE DELL’ANNO
“I know things will get better cause it just can’t get any worse than this” (cit. Zebrahead)

LUCA GARRO’

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Keith Richards – Crosseyed Heart
David Gilmour – Rattle That Lock
Marilyn Manson – The Pale Emperor
Iron Maiden – The Book Of Souls
PiL – What The World Needs Now

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ Mia figlia che quando entra in casa la prima cosa che chiede è di accendere lo stereo.
+ Foo Fighters a Cesena, con aftershow insieme a Dave Grohl e Bologna con aftershow insieme a Jacopo Casati.
+ Incontrare Brian May tutte le volte in cui viene in Italia.
+ Rivedere David Gilmour suonare.
+ L’intervista a Lemmy.
– Scadenze che valgono solo per le mie consegne e mai per i pagamenti.
– Gli uffici stampa che non ti rispondono mai e poi ti chiamano dopo anni quando nessuno considera i loro esordienti.
– Due anni consecutivi senza Springsteen.
– Nemmeno quest’anno si sono riuniti i Led Zeppelin.
– L’addio dei Black Sabbath.

LA FRASE DELL’ANNO
Fai ciò che vuoi, sarà tutta la legge

STEFANO MASNAGHETTI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Godspeed You! Black Emperor – Asunder, Sweet and Other Distress
Ufomammut – Ecate
Faith No More – Sol Invictus
Refused – Freedom
Clutch – Psychic Warfare

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ Outune. Non si tratta di un singolo momento, ma l’evento è eccezionale e va ricordato. Perché riuscire a festeggiare il decennale di un sito che solo un paio d’anni fa sembrava spacciato e ora vive, con tutta probabilità, il suo momento migliore, è un’impresa che ha dello straordinario. L’apporto delle nuove leve è stato (ed è tuttora) ciclopico, senza di loro la parola fine sarebbe arrivata inesorabile. Ultimamente, causa lavoro e molto altro, partecipo ben poco alla vita redazionale, ma è un’emozione rara poter veder vivere e prosperare nel 2015 qualcosa che anche tu hai contribuito a creare nella notte dei tempi.
+ Slayer + Anthrax + Kvelertak, 5 novembre, Milano, Alcatraz. Più per il contesto che per il concerto in se stesso (seppur gli Slayer si siano rivelati molto meglio di quanto mi aspettassi; è pur vero che non mi aspettavo quasi nulla). Una bellissima serata in cui poter rivedere amici che non incontravo da troppo tempo: mesi, persino anni. Probabilmente è la vecchiaia, ma mi capita con sempre maggior frequenza di partecipare all’ennesimo live di questa o quella band spinto in primo luogo dalla voglia di passare del tempo con chi è veramente importante per me.
– Metallica + Faith No More, 2 giugno, Assago. Non è stato il massimo della lungimiranza piazzare un evento così grosso in una location che somigliava più a un centro di prima accoglienza (e non si vuol fare nessuna ironia su situazioni ben più tragiche, ma l’impressione immediata è stata quella) che a un’area concerti, fra cavi dell’alta tensione penzolanti sulle teste del pubblico e container utilizzati come ingressi. Il festival peggio organizzato a cui abbia mai assistito.
– Bataclan. Non serve aggiungere altro.

ARIANNA GALATI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
1) Mark Ronson – Uptown Special
Ho capito che quest’anno mi avrebbe solleticata altra musica quando su un Italo momenti mi ribalto dal sedile ascoltando la fantastica piacioneria di Mark.
2) Faith No More – Sol Invictus
Li aspettavamo da 18 anni. Ci hanno convinti di nuovo.
3) Fat Freddy’s Drop – Bays
Il 2015 ho colpevolmente scoperto i FFD, ho recuperato 10 anni di discografia e li ho visti pure dal vivo. Il mio gruppo dell’anno, il mio mood dell’anno.
4) D’Angelo & The Vanguard – Black Messiah
Il suo capolavoro, quello che fu “What’s Going On” per Marvin Gaye. Bello, difficile, imponente.
5) Calibro 35 – S.P.A.C.E.
Unico disco italiano in questa classifica. Piazzano la zampata goduriosa a scapito dei pur bravi I Ministri con Cultura Generale e di Caso con Cervino (che almeno sono riuscita a nominare).

Menzione speciale: Eagles Of Death Metal – Zipper Down. Perché è doveroso.

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ La radio e lo stage a Radio Capital
+ Finire su Repubblica
+ Entrare in Outune (#brodinofist)
+ il Rockin’ 1000 a Cesena e l’intervista a Fabio Zaffagnini
+ I concerti tardoadolescenziali con la mia amica Federica
+ Gli Eagles Of Death Metal a Bologna per caso con Mathias, Sara, Luisa e
soprattutto Gigi Datome
+ L’amore
– Parigi e quello che ha travolto
– Lo stato comatoso della musica italiana mainstream
– Le classifiche mondiali che fotografano una realtà penosa

LA FRASE DELL’ANNO
“Signor Siffredi? Buongiorno, sono Arianna Galati di Radio Capital.”

GIUSEPPE GUIDOTTI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Foals – What Went Down
Blur – The Magic Whip
Sufjan Stevens – Carrie & Lowell
Grimes – Art Angels
Miley Cyrus – Miley Cyrus & Her Dead Petz

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
– Avere paura di andare ad un concerto, era una cosa che mai avrei pensato di provare.
+ Il raduno di Outune a Bologna: gli aperitivi scroccati al grand hotel, i bicchieri rubati, le corse sotto i portici, il giro dei bare con Umbe, Giancula e Ale. I risvegli traumatici. L’amicizia stupenda che c’è in tutto questo.
– troppi pochi concerti
+ I festival fighi, di chi si sbatte, tipo La Repubblica Indipendente di Lu
– Un anno senza suonare dal vivo è un anno durissimo da sopportate
+ I miei amici che ci provano e ci riescono come i Rumor o i Twee
+ Aver fatto un disco con chi andavo ad ascoltare ai concerti ed essere apprezzato per il prodotto finale
+ Tutte le band giovani che ho scoperto, conosciuto e ascoltato.
– Il Miami che mette l’unica sera decente il giorno della finale di Champions
+ Mia moglie Denise in televisione che è sempre la più fica di tutti
+ Buoni propositi per l’anno nuovo: Outune sempre più grande, sempre più importante, con sempre più gnagna

FRANCESCO ROLLA

I 5 DISCHI DELL’ANNO
1. David Gilmour – Rattle That Lock
2. Chris Cornell – Higher Truth
3. The Darkness – Last Of Our Kind
4. The Wombats – Glitterbug
5. Europe – War Of Kings

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ L’annuncio del ritorno dei The Coral, probabilmente la mia band preferita tra quelle di questo secolo
+ Aver seguito più di metà del Pistoia Blues (Grazie, Outune!), con emozioni fortissime durante la serata dei Counting Crows, band della mia adolescenza che non avevo mai ascoltato dal vivo
+ I concerti di Sixto Rodriguez e John Mayall, due ragazzini over 70 che continuano a dare lezioni di vita
+ Il Rockin’ 1000
+ Sapere che nel 2016 The Coral, Biffy Clyro, Travis, The Last Shadow Puppets e SiXX:AM pubblicheranno album di inediti
– La tragedia del Bataclan
– La scomparsa di due grandi “re”, Ben E. King e B.B. King, e di Scott Weiland
– Lo scioglimento dei Team Me, band poco conosciuta, ma a cui ero molto legato
– I tanti concerti mancati, in particolare quelli di AC/DC e David Gilmour

GIANLUCA LEO

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Foals – What Went Down
The Vaccines – English graffiti
M+A – Anyway Milkyway
Dead Weather – Dodge And Burn
Nothing But Thieves – Nothing But Thieves

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ I live con gli amici che alla musica ci tengono per davvero e non solo perchè va di moda;
– le dinamiche dietro le quinte della musica;
+ Outune a Bologna, Gido e Umbe che rincorrono Mela e tutti assieme che si beve e ci si risveglia scomposti;
+ la mia band su MTV, che anche se non è più quella che guardavo da bambino fa sempre l’effetto del “papà, guarda, sono in tv”;
+ i rumor sul nuovo degli Arctic Monkeys, le certezze sul nuovo dei Last Shadow Puppets;
+ la vita di band, i backstage, i birrini e l’Hiroshima Mon Amour visto dalla prospettiva del palco, non del pubblico;
– la solita gente che va alle serate per i dj set, non per i live;
+ i festival vissuti per davvero, in mezzo alla calca e al fango;
– niente Sziget anche quest’anno.

LA FRASE DELL’ANNO
“Non come quelli che c’hanno la figa in mezzo alle gambe” (cit.)

CHRISTIAN JONOCH

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Moonspell – Extinct: l’ultimo album dei portoghesi mi ha folgorato. Certo è forse il loro lavoro più commerciale, ma mi ha caricato a mille la scorsa primavera.
A Tear Beyond – Maze of Antipodes: il gruppo vicentino che col suo gothic visual metal si è confermato una solida realtà nel panorama metallico nostrano rivelandosi una piacevolissima sorpresa dal vivo nella promozione di questo riuscito secondo album.
The Sun – Cuore Aperto: il pop-rock all’italiana deve avere dei contenuti per entrarmi in testa. E questi ragazzi dal messaggio facile di contenuti ne portano molti in questo terzo album in italiano.
Tremonti – Cauterize: qualunque cosa componga mi fa ribollire le vene e da “solista” non delude , non ancora.
Stereophonics – Keep the village alive: a me il loro sound ha sempre saputo di “scanzonato”, e continuano a piacermi. Anche quando imitano gli U2.

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ Il mio primo meeting di Outune e il calore percepito da tutti quelli che prima conoscevo solo via tastiera
+ Il concerto bomba dei Queen + Adam Lambert a Monaco di Baviera sotto la neve, le sbronze di birra, gli amici che si perdono provandoci con la tipa che puntava te mentre tu sei al concerto. Ecchissene!
+ Chiedere alla morosa che tipo di musica le piaccia. Sentirsi rispondere “musica energica e rock” per poi accostare tale definizione alla Nannini, ai Modà e a Zucchero dopo che l’hai portata ad un minilive gothic metal. Rifarsi al live di Jovanotti con lei che urla anche per il mal di piedi.
+ Aiutare il buon Giuseppe photographer a raccogliere tutto il polase disponibile inseguendo buttafuori e belle donnine aspettando ai cancelli del live di Vasco a Padova
+ Il live dei Moonspell a Romagnano Sesia, un posto dimenticato da Dio per un veneto. Ma che concerone!
– Il caldaccio al Sonisphere attendendo i Metallica
– I cell che non funzionano e io che cerco disperato di contattare Jacopo e gli altri che tanto ci si vede tutti ai Metallica… seeeeeh!
– Elisa, che la vai a sentire tre volte in un anno e becchi sempre la stessa scaletta…d’oh! Però brava cmq
– Il non essere riuscito ad andare all’Home Festival pur avendolo in agenda da mesi
– I prezzi della ristorazione ai festival: che se per l’acqua 1 euro può bastare, 8 per un piatto di riso sono un insulto a rispettare l’ordine pubblico

LA FRASE DELL’ANNO
«Ci vediamo alla trattoria di fronte, paghiamo noi. Mavaffanculo, va’!» Mike Patton

LUCA FREDDI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Roger Robinson – Dis Side Ah Town
Colin Stetson & Sarah Neufeld – Never Were The Way She Was
King Midas Sound & Fennesz – Edition 1
Makay McCraven – In The Moment
Matana Roberts – Coin Coin Chapter Three: River Run Thee

ANDREA ALEXA DAMANTI

I 5 DISCHI DELL’ANNO
All Time Low – Future Hearts
State Champs – Around the World and Back
Twenty One Pilots – Blurryface
Madh – Madhitation
Metro Station – Savior

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ L’inizio della mia collaborazione con Outune
+ Dividere il palco del Fabrique con gli All Time Low
+ Il mio primo Home Festival e il sentirmi a casa anche quando ero lontana 1500 km
+ L’intervista ai Simple Plan, nonostante ci avessi perso le speranze per quest’anno
+ Gli MTV EMA, con annessi il casting imbarazzante che ho dovuto fare per vincere un biglietto e il freddo che ho preso sul red carpet
– L’attacco terroristico a Parigi, impossibile dimenticarlo. La musica è la mia via di fuga dalla realtà quando questa è diversa da come vorrei che fosse e un concerto è un momento sacro, non capisco come si possa anche solo pensare di rovinarlo in qualche modo. E poi, diciamolo, quella sera avrei potuto esserci anche io, ma grazie al cielo ero a casa
– Il DVD della mia “One Night in London” con gli All Time Low e la sua data di uscita che rimane ancora un mistero. Voglio dire, mica sono scappata a Londra per niente..
– Perdere la data milanese del Final Tour dei Motley Crue e dover anche vendere il biglietto comprato a maggio o giugno
– L’università che mi porta via troppo tempo e i pochi pezzi che riesco a scrivere di conseguenza

LA FRASE DELL’ANNO
“Oh, voglio la prima fila! Io e la transenna siamo una cosa sola!”

CORRADO RIVA

I 5 DISCHI DELL’ANNO
Band of spice – Economic dancer
Iron Maiden – The book of souls
099 – Nulla è per caso
Armored Saints – Win hands down
Stormwitch – Season of the witch / Witchbound – Tarot’s legacy *

*due facce di quella che fu una stessa medaglia, che escono nello stesso anno con un nuovo lavoro in studio. Per forza di cose vanno segnalati insieme.

I MOMENTI MIGLIORI E PEGGIORI DELL’ANNO MUSICALMENTE PARLANDO
+ Wacken 2015 con il fango fino alle ginocchia: esperienza durissima, ma ricordi stupendi. Indimenticabile.
+ Savatage + Tran-Siberian Orchestra: l’apice di tutto quello che sia mai stati fatto sui palchi di Wacken. Inarrivabili sotto tutti i punti di vista. E per il 2016 fatelo ‘sto benedetto DVD (e se Jon rimettesse anche in piedi i Sava sarebbe il top del top)
+ Nuovo disco dei Maiden, nuovo tour in vista e Dickinson rimessosi dopo la notizia del cancro. Per un die-hard fan come me nulla di più bello, e tutto nello stesso anno.
+ Scorpions live a Milano, il solito show perfetto, la solita tamarritudine di una band ormai entrata nella leggenda. E pochi mesi dopo Schenker’s Temple of Rock, così nello stesso anno ho visto entrambi i fratelli. Olè.
+ Nuovo Stormwitch e scoperta della nascita dei Witchbound, con i membri storici degli Stormwitch, con relativo disco-tributo a Lee Tarot : altra doppietta da paura. Bella lì.
+ Anche quest’anno tanta bella roba dall’Italia: 099, Reqiem, Rosafanti, Don Rodriguez, Los Borracios, Nastyville, Massimiliano Cremona, Furor Gallico, Temperance, Rats (ancora potentissimi on stage), Eldritch, Sadist, Rebel Devil, e tutti quelli che ho recensito o intervistato e non riesco a ricordare. COMPLIMENTI.
+ H&M che se ne esce con una linea di abbigliamento ispirato al metal, inventandosi di sana pianta band e loghi. E i geni che si sono inventati una label e hanno pure messo online i brani (sempre inventati di sana pianta e registrati alla buona), creando per un paio di giorni uno scompiglio mediatico divertentissimo. SIETE I MIEI EROI DELL’ANNO.
+ Un botto di pezzi scritti quest’anno, forse per me il più produttivo da quando collaboro con questa mitica testata. Yo broz \m/
+/- Tour d’addio dei Sabbath : bene perchè forse si riesce a vederli ancora una volta. Male perchè questa volta sarà davvero l’ultima: la fine di una leggenda vera.
E MALISSIMO per la solita PESSIMA gestione dell’evento in Italia, con prevendite pro-bagarini, biglietti esauriti tempo zero e ricomparsi ancora più in fretta sui soliti canali alternativi a prezzi extra-gonfiati. SCHIFO E RIBREZZO: SIETE SENZA VERGOGNA. (Ve l’ho già scritto in diverse occasioni quest’anno. You know who you are)
– uno che vale per 365 fottuti giorni: troppi decessi, troppi miti che se ne sono andati anche quest’anno. Ogni anno ormai è sempre peggio. Riposate in pace cari e grazie per tutto quello che ci avete lasciato.

PAOLO SISA

I 5 DISCHI DELL’ANNO
*Gorod – A Maze of Recycled Creeds
*Sylosis – Dormant Heart
*Eclipse – Armageddonize
*Fabri Fibra – Squallor
*Cattle Decapitation – The Anthropocene Extinction

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