Si tratta della colonna sonora di uno dei mille trascurabili filmetti interpretati dall’ex Re del Rock. Fra le prime a vendere più dei suoi dischi regolari. Ormai Elvis, il bianco con la voce di un nero che rivoluzionò la musica popolare come nessun altro, era sul viale del tramonto, quello che lo porterà a cantare negli anni Settanta nei casinò di Las Vegas di fronte a schiere di MILF. Il meglio l’aveva già dato fra il 1954 e il 1957; tre anni che son bastati a cambiare tutto. Meno influente di Chuck Berry a livello puramente compositivo, meno selvaggio di Jerry Lee Lewis, ma talmente gigantesco a livello di immaginario collettivo da non trovare paragoni.
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