Se c’è un nome che da sempre ha unito i fans dell’heavy metal classico sotto un’unica bandiera questo è sicuramente quello degli Iron Maiden. La band di Steve Harris era già da anni leader dell’underground britannico grazie a “The Soundhouse Tapes” e ai due singoli di lancio (usciti prima della pubblicazione dell’album omonimo) del disco in questione, “Running Free” e “Sanctuary”. Le chitarre di Murray e Stratton costruiscono riff e stacchi melodici dal grande impatto, ebbri d’adrenalina, le terzine galoppanti di Harris e i fill di Clive Burr dietro le pelli costituiscono una sezione ritmica fondamentale: “Prowler”, “Phantom Of The Opera” (con passaggi al limite del progressive), “Transylvania” (una delle strumentali più famose di sempre) e la title – track sono gli esempi migliori del fuoco che sprigionano le composizioni dei Maiden. La voce rubata al punk di Paul Di’Anno completa un affresco esaltante e che rivoluzionerà per sempre il mondo della musica pesante. Tuttavia, il meglio per loro deve ancora venire…
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