Al pari di Willie Dixon per il blues, Chuck Berry è stato il più grande autore di canzoni degli anni ruggenti del rock and roll. Dalla sua penna sono uscite le immortali “Maybellene”, “Roll Over Beethoven”, “School Day” (probabilmente il primo manifesto generazione della pop music), “Sweet Little Sixteen” e “Johnny B. Goode”, solo per citare i capolavori indispensabili. A differenza di Dixon, però, Berry è stato anche uno splendido trascinatore sulle assi del palco, inventore del “duck walk” e chitarrista pirotecnico; il fatto che Presley l’abbia nettamente superato in popolarità è dovuto al 90% a una questione di pigmentazione: per un nero come Chuck gli USA degli anni Cinquanta ponevano ancora alcune staccionate razziali praticamente invalicabili. Detto questo, il lessico base della musica più rivoluzionaria del Novecento l’ha inventato lui, senza ombra di dubbio. Basta ascoltare i riff su cui s’impennano selvaggi i 20 brani qui presenti per fugare ogni dubbio. Come disse John Lennon, “se dovessi provare a dare al Rock And Roll un altro nome, potresti chiamarlo Chuck Berry“.
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