Charlie Parker – The Very Best Of The Dial Years

Queste sessioni di registrazione, avvenute tutte nel biennio 1946-47, chiusero di fatto la seconda era del jazz, quella che va dagli Hot Five di Louis Armstrong allo swing delle big band, e introdussero il nuovo universo del bebop, ossia il seme primordiale dal quale germoglierà l’intero jazz contemporaneo. Protagonista assoluto, Charlie Parker e il suo sassofono, strumento che proprio grazie al musicista di Kansas City è divenuto simbolo dell’intero genere. “Bird” (il soprannome di Parker) fu, insieme a Dizzy Gillespie alla tromba, Bud Powell e Thelonious Monk al pianoforte, il maggiore artefice della nascita del bebop, che rifuggendo i grossi organici dell’epoca swing e privilegiando piccoli ensemble quasi ‘cameristici’ cambiò i connotati jazzistici fino ad allora in voga (velocità mozzafiato dell’esecuzione, deformazione armonica e melodica di vecchi standard, improvvisazione spinta al massimo grado negli assoli e una formidabile carica percussiva). Ebbe inoltre la fortuna di suonare con altri musicisti stellari. Basta dare un’occhiata alle formazioni che registrarono queste tracce leggendarie: fra i tanti eccellenti strumentisti, spicca il nome di Miles Davis alla tromba. Questo per far intendere quanto Charlie Parker sia stato incommensurabilmente importante non solo per il mondo del jazz, ma anche – seppure indirettamente, e ancor più per mezzo della sua figura tormentata piuttosto che dal punto di vista strettamente musicale – per il rock e l’intera musica popolare del Novecento.

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