Il vertice assoluto di George Clinton, che dopo un decennio passato a forgiare il suo P-Funk tramite i Parliament e gli stessi Funkadelic raccoglie i frutti di tanto lavoro. Rispetto agli album passati, lo stile non muta radicalmente: semplicemente si tratta dell’opera in cui Clinton e compagni – fra cui vanno assolutamente ricordati Bootsy Collins al basso e Mike Hampton alla chitarra – focalizzano al meglio tutte le loro idee. “One Nation Under A Groove” è esattamente quello che indica il titolo, una sequenza di brani dal groove irresistibile, in cui accanto ai consueti episodi di funk ‘spaziale’ si palesano squarci di crossover ante litteram: un brano come “Who Says A Funk Band Can’t Play Rock?!” è praticamente funk – blues elettrico, in cui la chitarra di Hampton ha il tempo di sbizzarrirsi in torride evoluzioni hendrixiane mentre il basso di Collins pompa a dovere. Prince è dietro l’angolo. E vicino è anche l’hip – hop; molti rapper pescheranno a piene mani da questo capolavoro, che raggiungerà la prima posizione nella chart R&B statunitense e otterrà il platino.
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