Rispetto all’esordio, il suono si è fatto più frammentario, ma ancor più sgradevole e inquietante. In “D.o.A.“, acronimo per “Death on Arrival”, i Throbbing Gristle alternano tracce di puro rumore industriale, come “I.B.M.”, “Walls Of Sound” e la title – track, ad esperimenti di musica concreta con voci preregistrate (“Valley Of The Shadow Of Death”) giungendo poi alla psichedelia livida di “Hit By A Rock” e alla nenia disturbante di “Weeping”. Spicca su tutto la malatissima “Hamburger Lady”, storia di una donna ustionata a morte che, scandita da un battito cardiaco il quale fornisce la base ritmica al rombo insistente dei synth e alla voce filtrata di Genesis P-Orridge, suscita orrore e disgusto terribilmente reali. Nonostante il “final” del titolo, non si tratta dell’ultimo disco dei Throbbing Gristle, che qui però raggiungono lo zenit della loro patologia, realizzando un lavoro che contamina al solo ascolto.
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