Franco Battiato – L’era del Cinghiale Bianco

Nel corso di quasi tutta la metà degli anni Settanta Battiato fu impegnato in una musica altamente elitaria, vicinissima all’avanguardia colta dei tempi, tanto che la title – track dell’album “L’Egitto prima delle sabbie” (1978), composizione di minimalismo estremo per solo pianoforte, arriverà a vincere il premio Stockhausen. Poi, improvvisamente, la svolta: “L’era del cinghiale bianco” è il primo disco pop dell’artista siciliano, che realizza un ellepì di canzoni in cui un sottile gusto per arrangiamenti classici -fondamentale la collaborazione di Giusto Pio a questi – va a braccetto con la voglia di rendere la propria musica più comprensibile al grande pubblico. Quel che è sicuro è che la leggera italiana non aveva mai avuto il sound di brani come “Magic shop”, “Strade dell’est”, “Il re del mondo” o la title – track stessa. Il successo di vendite è ancora di là da venire, tuttavia Battiato, in una commistione di rock, pop, citazioni colte (“Luna Indiana”), movimenti mediorientali e pungente ironia dei testi, delinea già lo stile che lo renderà famoso.

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