Titolo e copertina sono tutto un programma. I Metallica escono alla lunga distanza (la band suonava concerti in qualsiasi locale da diversi mesi) su disco, ancora freschi dello split più famoso del metallo pesante con Dave Mustaine (che formerà i Megadeth di lì a poco). Le canzoni di “Kill ‘Em All” sono quasi tutte velocissime e debordanti, i riff sono taglienti come lame e la sezione ritmica firmata Ulrich-Burton sorreggerà fino al 1986 le composizioni di tre album memorabili. Cresciuti con il punk, i Motorhead e prevalentemente con la New Wave Of British Heavy Metal nelle orecchie, la band riesce a definire le coordinate del thrash metal, sottogenere che avrà enormi fortune negli anni a venire, all’interno di una furia esecutiva che in quel momento aveva pochi eguali. Un debutto che cambierà definitivamente le sorti di un genere, il metal, che in quest’anno evolve grazie a due nuovi importantissimi filoni: quello estremo e quello ruffiano, ovvero il thrash e il glam. Saranno scintille.
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