Alfieri indiscussi del Paisley Underground, movimento che riportò in auge la psichedelia negli States nel corso degli anni Ottanta, con “Medicine Show” i Dream Syndicate giungono all’opera maestra. La bassista Kendra Smith se n’è andata, ma il gruppo non è mai stato così ispirato. Soprattutto il capobanda e cantante Steve Wynn, che qui scrive alcune delle sue migliori canzoni, perfettamente coadiuvato dal rifferama acido della chitarra di Karl Precoda e dal basso rovente di Dave Provost. Nascono allora brani come “Daddy’s Girl”, “Armed With An Empty Gun” e “Bullet With My Name On It”, congiunzioni carnali fra Velvet Underground e Neil Young, southern e acid rock, blues e country virato noir, per poi arrivare al miglior episodio dell’intera carriera dei losangelini, i quasi 9 minuti della jam sovreccitata “John Coltrane Stereo Blues”; e i Dream Syndicate un posticino nella storia l’avrebbero meritato anche se avessero composto quest’unico pezzo. Produce Sandy Pearlman, già ideologo dei Blue Oyster Cult, che dà a “Medicine Show” il giusto suono possente e scorticato.
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