Oggi la Chapman è ancora musicista attivissima; pubblica dischi e gira il mondo in tour, ha persino ampliato (e di molto) il proprio spettro stilistico. Eppure il suo è un nome che ormai circola solo in un ambito piuttosto circoscritto, quello della canzone d’autore. Fu ben diverso ai tempi di questo pazzesco esordio omonimo, quando tutti pensavano che i giovani cantanti afroamericani si dedicassero esclusivamente all’hip hop. Sbagliato. Armata di chitarra acustica e depositaria di una manciata di canzoni d’ispirazione folk (ma quello vero, del primo Dylan per intenderci) e secondariamente blues, l’artista diventa il caso discografico dell’anno. Sestuplo platino in patria, “Tracy Chapman” arriva a vendere 12 milioni di copie in tutto il mondo. “Talkin’ ‘bout a Revolution” è il pezzo forte, ballata di protesta dal testo vibrante, sincero, per nulla costruito a tavolino (come potrebbe far malignare il suo enorme successo); ma anche il resto dell’opera non è da meno. Il momento d’oro a livello commerciale sarà fugace, eccezion fatta per la parentesi di “New Beginning” (1995), ma la qualità di queste 11 tracce non è stata cancellata dal tempo.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)