Jane’s Addiction – Nothing’s Shocking

Con questo secondo album, dopo un esordio stranamente registrato in sede live, i Jane’s Addiction sembravano i candidati più idonei a portare l’alternative rock all’attenzione delle masse. Non a caso “Nothing’s Shocking” usciva per la Warner Bros. e, seppure lentamente, riusciva a conquistare il disco di platino negli USA. In realtà saranno altri a sfondare, con ancor più veemenza, il muro che ancora si frapponeva fra la musica indie e i piani alti delle classifiche, non ultimi i Red Hot Chili Peppers, concittadini (Los Angeles) dei Jane’s e in certa misura contigui anche a livello stilistico con la band qui presa in esame, tanto che su questo disco c’è persino Flea (alla tromba!). Le parentele finiscono qui: laddove i RHCP proponevano un crossover dominato dal funk, Perry Farrell e compagni allargavano a dismisura il range stilistico, irradiando di psichedelia, punk, metal e molto altro ancora un rock che, mutatis mutandis, aveva nel chitarrismo alla Led Zeppelin di Dave Navarro una pretesa di classicità che si rivelava scopertamente in episodi come “Ocean Size” e “Mountain Song”, indecise fra la grandeur dell’hard dei Seventies e la pesantezza del metal degli Eighties. Detto questo, “Nothing’s Shocking” ha ormai ben più di due decenni di vita e neppure li dimostra, maestoso nel suo meticciato sonico a 360° e superbo per varietà d’atmosfere, che arrivano a contemplare una ballad indimenticabile come “Jane Says”.

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