Si tratta del classico disco di passaggio. In “Litfiba 3” la formazione toscana non dimentica i suoi albori new wave, eppure aggiorna la musica in direzione più marcatamente hard rock. Le chitarre in “Santiago”, il passo potente di “Amigo” (brano fra i più sottovalutati del loro canzoniere), la grinta di “Tex” e “Corri” sono tutti indizi di un cambio stilistico che non tarderà ad attualizzarsi nel giro di un paio d’anni. Ci sono però anche i momenti rasenti la psichedelia di “Bambino” e il lirismo di “Louisiana”, che donano una grande ampiezza di atmosfere. L’LP chiude anche la “trilogia del potere“, rivelandosi il più impegnato nella discografia targata Pelù – Renzulli: pena di morte, dittature sanguinarie, intrighi fra politica e religione, genocidio dei nativi americani, percezione del disagio psichico da parte della società, tutti temi che vengono trattati ampiamente nell’album. Per questo “Litfiba 3” è un momento fondamentale nella storia della band, il passo precedente alla consacrazione definitiva.
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