Uno dei migliori album di ogni tempo dell’heavy metal è “Operation: Mindcrime” dei Queensryche. La band piazzò un concept intricato e dannatamente affascinante componendo quindici tracce funzionali alla narrazione, che propongono la perfetta sintesi tra heavy, progressive e power americano: la voce epocale di Geoff Tate (al tempo ai massimi livelli espressivi) e l’abilità compositiva oltreché esecutiva del duo di chitarristi De Garmo/Wilton (indispensabili anche nelle backup vocals), creano una perfetta sequenza di ritmiche e atmosfere intorno alle quali si svolge la storia raccontata. Impressionante l’impatto sonoro di una formazione all’apice della creatività, in grado di creare un disco che qualsiasi appassionato di rock o avvezzo alle rock opera può apprezzare senza riserve. “Revolution Calling”, “Spreading the Disease”, “The Needle Lies”, “I Don’t Believe in Love” ed “Eyes of a Stranger” sono i punti più alti di un album praticamente perfetto sotto ogni punto di vista. Oltre all’importanza per i Queensryche nello sviluppo del proprio successo commerciale, questa release riportò i concept album all’attenzione di molti musicisti, favorendone la riproposizione specialmente nella scena progressive negli anni a venire.
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