Per i Cure sono lontani i tempi del puro dark sound. Nondimeno, “Disintegration” è il nuovo vertice di Robert Smith e compagni, un affresco che non manca di ricordare il torbido e disperato romanticismo degli esordi, ma che al contempo traccia nuove rotte sonore. Più cullanti e abili nel conciliarsi con il grande pubblico, fragili come porcellana e profumate di spezie rarissime. È soprattutto il suono delle chitarre che risulta avvolgente e morbido, quasi tossico nel provocare dipendenza. Oltre ad essere il più grande successo della formazione inglese, in special modo negli USA, “Disintegration” si ricorda per la squisita fattura dei singoli “Lullaby”, “Pictures Of You”, “Lovesong” e “Fascination Street”, ma si farebbe gran torto agli altri brani se li si trattasse come puri riempitivi. No, il cd dura oltre 70 minuti, nessuno dei quali è di noia. Un classico assoluto.
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