Attivi da far paura già dai primissimi anni Ottanta (ma davvero primissimi, prima dei Metallica per capirci), gli Overkill incidono con “The Years Of Decay” un caposaldo del genere thrash metal. La voce al vetriolo di Bobby Blitz conduce l’ascoltatore attraverso le intricate trame di pezzi mai scontati e caratterizzati dall’inconfondibile basso dell’altro fondatore DD Verni; i brani questa volta sono più cupi, ragionati, profondi e meno selvaggi e grezzi: in questo la produzione di Terry Date dà una grossa mano. Ma è la creatività di Bobby Gustafson, qui al proverbiale Canto del Cigno prima di lasciare (o essere cacciato, scegliete voi, anche perché non si è mai capito cosa sia successo per davvero) la band, a donare al lavoro quello spessore decisivo per farlo affermare all’epoca e renderlo ancora oggi un disco eccellente: i riff di “Elimination” (proposta a nastro anche da MTV ai tempi) e “E.vil N.ever D.ies” o, più in generale, tutte le partiture chitarristiche della release sono di fattura superiore, confermando ulteriormente come il ruolo dell’axeman sia stato fondamentale per rendere distinguibile e unico il suono degli Overkill nei bellissimi dischi degli anni Ottanta: dischi che hanno in “The Years Of Decay” il miglior prodotto mai sfornato dal quartetto del New Jersey.
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