Strano percorso, quello dei londinesi Talk Talk di Mark Hollis. Partiti a inizio anni Ottanta come band synth pop dall’afflato new romantic, in grado di confezionare il successo “It’s My Life” (1984), i Nostri si fanno sempre più irregolari e rarefatti col passare del tempo, fino a giungere alla conclusione della carriera con l’acuto più alto. Ossia “Laughing Stock“, pubblicato da un’etichetta jazz (Verve Records) dopo che la EMI li aveva licenziati causa eccessiva alterità della musica contenuta in “Spirit Of Eden” (1988), con conseguente crollo delle vendite. Il duo (ad accompagnare Hollis c’è Lee Harris alla batteria, mentre il bassista Paul Webb ha lasciato prima dell’inizio delle registrazioni) però non recede di un millimetro e con questo LP oscilla fra art rock cameristico e jazz, sfumature ambient e digressioni classiche, assoldando una nutritissima schiera di musicisti classici, fra cui ben 7 violisti. Un flusso sonoro che lavora per sottrazione, immalinconendo atmosfere impalpabili con la cantilena vocale di Mark e raggiungendo lidi post rock del tutto sui generis tramite i crescendo della chitarra in feedback. Bellissimo e inclassificabile.
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