Earth – Earth 2: Special Low Frequency Version

Fondati nell’89 dal chitarrista Dylan Carlson, amico di Kurt Cobain, a inizio carriera gli Earth si costruirono una fama di culto non tanto per motivi strettamente musicali, quanto piuttosto per fatti oscillanti fra il costume e la cronaca nera: fu infatti Carlson a vendere a Cobain il fucile con il quale il leader dei Nirvana pose fine alla sua vita, e leggenda vuole che al primo concerto di Dylan e compagni il pubblico, estenuato dalla musica proposta, se ne andò dopo qualche minuto lasciando in sala il solo tecnico del suono. Perché il sound degli Earth era ben distante dal grunge allora imperante a Seattle e dintorni; piuttosto, si trattava di una via di mezzo fra i Melvins più lenti e mefitici e una sorta di riscrittura dei riff dei Black Sabbath tramite le tecniche del minimalismo più ortodosso. Uno stile allucinante e allucinato, ben testimoniato dal primo EP “Extra-Capsular Extraction” (compare anche Cobain in un cameo vocale), e portato alle estreme conseguenze in “Earth 2: Special Low Frequency Version“: totalmente strumentale, l’album consta di sole tre tracce per 73 minuti di durata; “Seven Angels” (15 minuti) presenta un unico riff ripetuto ossessivamente dalla chitarra elettrica del leader, accompagnato dai ronzii del basso di Dave Harwell e privo di qualsiasi intervento percussivo; “Teeth Of Lions Rule The Divine” (27 minuti), ancora senza batteria, elimina qualsiasi struttura riconoscibile e si concentra esclusivamente sui riverberi dei due strumenti, detonati al massimo del volume; “Like Gold And Faceted” (mezz’ora) permette l’entrata delle percussioni, ma le utilizza soltanto per enfatizzare un singolo feedback protratto all’infinito da basso e chitarra all’unisono, portando la stasi sonora a un livello inconcepibile persino per compositori come La Monte Young e Tony Conrad. Il ronzio inesausto di questa ‘suite’ rimbombante sarà la base per lo sviluppo del drone – doom, sottogenere underground che si affermerà solo un decennio dopo l’uscita di “Earth 2”. Schernito ai tempi, Dylan Carlson aveva invece avuto un’intuizione geniale, che avrebbe cambiato il volto della musica estrema.

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