Il disco della discordia per milioni di fan dei fratelli Cavalera fu proprio “Chaos A.D.”, momento in cui il thrash degli esordi si converte definitivamente al groove metal, alle percussioni tribali e alle contaminazioni crossover. Si abbassano i tempi ma l’impatto del gruppo rimane devastante e pesantissimo: “Refuse/Resist” e “Territory” saranno due dei pezzi maggiormente proposti nelle trasmissioni hard & heavy (sì in quegli anni ce ne erano e anche diverse) radiotelevisive, mentre i breakdown di “Propaganda” (e quello conclusivo della già citata “Territory”) e le accordature ribassate di Kisser venivano annotati sul taccuino delle oramai imminenti band nu-metal. La presenza di un brano completamente acustico e la cover dei New Model Army in track – list, portò alla frattura tra i fedeli della prima ora e orde di nuovi fan, conquistati dallo stile no-global e politicamente impegnato del quartetto e anche dai rastoni di Max, che iniziavano lentamente a imporsi sul capo del singer. Discussioni tra fazioni opposte a parte, “Chaos A.D.” è uno dei dischi metal più importanti di tutti gli anni Novanta. Punto e basta.
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