Beck – Mellow Gold

Oggi l’appeal artistico (e soprattutto commerciale) di Beck Hansen non è esattamente all’apice, tanto che il mondo del music biz si è in parte dimenticato di lui. Negli anni Novanta era ben diverso: non solo i dischi del musicista californiano segnarono profondamente quel decennio, ma in molti profetizzarono per l’autore di “Loser” un futuro da rockstar gigantesca, sbagliando sull’aggettivo associato al sostantivo. Già, “Loser“, il singolo che apre questo primo album di Beck per una major, il cui relativo video spopolò su MTV: la chitarra lo-fi/folk mandata in loop su di una base hip hop che introduce la suddetta canzone mostra già l’aspetto più interessante di “Mellow Gold“, ossia il crossover totale di stili. Non tanto fra rap, funk e metal, quanto fra suono a bassa fedeltà tipico del movimento indie dell’epoca (vedi Pavement, ma non solo), folk eterodosso (si parlava di scena anti-folk), uso del campionamento di matrice ‘black’, scampoli di psichedelia e persino scatti punk/hardcore e rumoristi. Un frullato micidiale, all’apparenza indigesto ma rivelatosi, invece, di piacevolissimo ascolto. “Mellow Gold” diverte dalla prima all’ultima nota, grazie alle doti di un autore che nel corso del decennio pubblicherà almeno un altro capolavoro.

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