Il grunge non è stato un fenomeno solo maschile. Perlomeno declinato secondo il filone delle “riot grrrl“, scena sorta a Olympia, cittadina vicinissima a Seattle, ha interessato anche parecchie band al femminile. Oltre alle Bikini Kill, più orientate verso il punk duro e puro, gli altri complessi formati da sole donne o guidati da una di loro sono stati parecchi, e fra questi i più importanti sono stati sicuramente Babes In Toyland, L7 e infine le Hole, capitanati nientemeno che dalla moglie di Kurt Cobain, ossia la discussa e chiacchierata Courtney Love. Tralasciando le speculazioni sulla sua figura e le polemiche innescate dai fan di Kurt dopo la di lui morte, avvenuta fra l’altro appena una settimana prima della pubblicazione di “Live Through This“, è necessario ammettere che la prima incarnazione delle Hole ci sapeva fare. La prova risiede nel qui presente album, secondo per Courtney e compagni (due ragazze e un ragazzo), un ottimo concentrato di melodie rugginose e riffacci grunge in perfetto Nirvana style. “Violet”, “Doll Parts”, “Asking For It” e “Softer, Softest” certificano la qualità della pubblicazione, la più venduta del catalogo della band, e per una volta a ragione. Purtroppo un paio di mesi dopo l’uscita di “Live Through This” un’overdose si porterà via la bassista Kristen Pfaff (aveva 27 anni…), altra tragedia che sprofonderà le Hole in una crisi dalla quale non si riavranno più.
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