The Prodigy – Music For The Jilted Generation

L’esordio “The Prodigy Experience” (1992) aveva portato alla ribalta il fenomeno dei Rave e della musica stupefacente (in tutti i sensi…) che veniva scaraventata addosso ai giovani partecipanti di quei riti. In realtà il fenomeno aveva messo radici già dalla fine degli anni Ottanta, ma solo i Prodigy l’avevano svelato al grande pubblico a colpi di hardcore techno, jungle e altre derivazioni della musica elettronica. La band inglese, però, aveva in mente tutt’altro: dallo status di ensemble elecro – ballabile voleva passare a quello di rockstar tout court, anche se la musica proposta non ruotava affatto attorno alla sacra triade chitarra – basso – batteria. Ecco allora “Music For The Jilted Generation“, disco ancora legato alle origini ravers dei Nostri, eppure capace di contenere tracce che per potenza e propensione al grande eloquio si situavano in una dimensione rock, per lo meno in senso lato. Gli inni “Voodoo People” e “Poison” testimoniavano questa volontà, che i Prodigy avrebbero portato a compimento appena tre anni dopo. Il big beat era ormai a due passi.

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